È ufficiale: Nicola Zingaretti si ricandida alla corsa per la presidenza della Regione Lazio nel 2018. Era da tempo che il governatore aveva manifestato l’intenzione di ripresentarsi alle urne laziali, tante le voci che lo volevano dimissionario, mentre alcuni sostenevano che il presidente non avrebbe tentato un secondo mandato ‘distratto’ da impegni nazionali e di partito. Invece nel pomeriggio di ieri al Nazareno, nel corso della direzione del Pd Lazio, ha messo un punto alle chiacchiere e dipanato i dubbi degli scettici: “Sono in campo e a disposizione per questo progetto. Sono pronto a rilanciare una grande sfida che ricostruisce una maggioranza più larga e plurale”. Un lungo applauso ha accompagnato le parole del governatore che ha chiarito la strategia e svelato come vorrà affrontare, in caso di vittoria, il prossimo mandato. “Dovremo insieme costruire una alleanza nuova, larga, che superi i confini dell’attuale maggioranza regionale” per poi ricordare che “in questi cinque anni è maturato un protagonismo civico di sindaci e amministrazioni che punta a una rappresentanza diretta. Un mondo che si organizza in forma autonoma, ma guarda con interesse e che chiede interlocuzione. Ci sono poi settori moderati molto importanti e maturi della società il cui rispetto è stato conquistato con l’azione di governo a cui far capire che il centrosinistra che governerà sarà plurale, segnato da forte civismo e protagonismo territoriale e aperto anche a soggetti moderati che cinque anni fa non fecero la scelta del centrosinistra ma che oggi sono soggetti dinamici con cui poter parlare per andare oltre i confini di quello che oggi è organizzato. Una alleanza larga con sindaci, amministratori, associazioni. Non società civile, ma società responsabile che accetta un impegno per essere protagonista”.
Tra gli strumenti per favorire questo ampliamento della maggioranza anche il listino “uno strumento – lo ha infatti definito – al servizio della discontinuità per andare oltre i confini tradizionali della rappresentanza delle forme organizzate della politica. Come cinque anni fa servì, se noi anche stavolta lo utilizziamo in maniera intelligente, di fronte a livelli elettorali di una competizione che sarà dura, lo possiamo utilizzare per metterlo al servizio dell’ampliamento dell’identità della coalizione”. Per Zingaretti il listino rappresenta una “garanzia perché oltre a vincere dobbiamo governare bene, di omogeneità della maggioranza, contro i rischi di un sistema puramente proporzionale di una frammentazione eccessiva che poi peserebbe sulla qualità del governo”. Dunque il presidente scende di nuovo in campo per portare avanti quanto fatto in 5 anni di governo della regione che è prossima ad uscire dal commissariamento della sanità che pesa da anni sui conti, un obiettivo che sembrava irraggiungibile, ma che si sta avvicinando. Sul fronte Cinquestelle, Davide Barillari, Valentina Corrado, Roberta Lombardi sono i protagonisti della corsa a tre per la candidatura a governatore della Regione Lazio. Sulla piattaforma Rousseau si è svolto il secondo turno delle ‘regionarie’. Dei dieci candidati più votati al primo turno, infatti, solo i due consiglieri regionali e la deputata hanno proposto la loro candidatura a presidente della Regione. Per favorita viene data la Lombardi, storica rivale della sindaca di Roma Virginia Raggi. “Siamo l’unica forza politica che ha un contatto con il Paese: da lì veniamo e lì torneremo”, ha detto la deputata Lombardi, in piazza a Montecitorio.