Le dimissioni dell’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, hanno sollevato un’ondata di discussioni in Parlamento e tra i protagonisti politici italiani. La politica, sia da destra che da sinistra, ha esercitato una forte pressione su Stellantis e sul suo presidente, John Elkann, chiedendo chiarimenti in merito alle strategie future del gruppo automobilistico e alla gestione dei siti produttivi in Italia. L’incertezza sulla direzione dell’azienda, unita alle preoccupazioni per l’occupazione e l’industria nazionale, ha portato a richieste ufficiali di audizioni parlamentari, con l’obiettivo di fare chiarezza su come l’azienda intenda affrontare la sfida della transizione ecologica e tecnologica, senza compromettere i livelli occupazionali in Italia.
Alberto Luigi Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera dei deputati, nonché responsabile Fisco della Lega, è stato uno dei principali fautori di una maggiore attenzione politica alla situazione di Stellantis. In una recente telefonata con il presidente John Elkann, Gusmeroli ha ribadito l’importanza di preservare i siti produttivi in Italia e garantire la salvaguardia dei posti di lavoro. Il parlamentare ha sottolineato l’urgenza di un confronto tra la politica e l’azienda, considerando il peso strategico di Stellantis per l’economia nazionale.
Tuttavia, la risposta di Elkann è stata quella di rimandare il confronto istituzionale, in attesa della conclusione delle trattative tra Stellantis e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Elkann ha spiegato che l’ingegnere Imparato, a capo della regione Europa di Stellantis, è stato incaricato di chiudere le interlocuzioni con il governo e che, una volta completata questa fase, si potrà procedere con un incontro ufficiale con il Parlamento. Elkann ha inoltre espresso il proprio apprezzamento per l’attenzione che il Parlamento continua a riservare al settore automobilistico e ha confermato la disponibilità ad un confronto successivo, quando saranno definiti i dettagli delle future politiche aziendali.
Sul fronte di Forza Italia, Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del partito, ha manifestato forti critiche nei confronti di Carlos Tavares. Secondo Gasparri, l’ex amministratore delegato non lascerà un grande vuoto, in quanto i risultati ottenuti durante la sua gestione non sono stati all’altezza delle aspettative. In particolare, il senatore ha espresso disappunto per i compensi milionari che Tavares ha ricevuto, ritenendoli sproporzionati rispetto ai risultati ottenuti dal gruppo. “Certi manager vengono super-premiati quando i risultati sono importanti,” ha affermato Gasparri, facendo un paragone con l’operato di Sergio Marchionne. L’ex AD di Fiat, secondo Gasparri, merita un riconoscimento per aver risanato un gruppo industriale fondamentale per l’economia italiana, portandolo fuori da anni di difficoltà. Per Gasparri, invece, la valutazione costi-benefici in merito a Tavares suggerirebbe che l’ex AD dovrebbe restituire parte dei suoi guadagni nelle casse del gruppo Stellantis, considerando che i risultati ottenuti non sono stati straordinari.
Le dichiarazioni di Gasparri riflettono un malcontento crescente in alcune forze politiche, che chiedono maggiore responsabilità da parte dei manager aziendali, soprattutto in un momento delicato come quello che sta attraversando l’industria automobilistica italiana, chiamata a rispondere alle sfide della transizione ecologica e alla concorrenza internazionale.
Anche il Partito Democratico, attraverso il senatore Antonio Misiani, ha sollevato preoccupazioni circa il futuro di Stellantis e l’orientamento del governo in merito al sostegno dell’industria automobilistica. Misiani ha ribadito la richiesta di un’audizione urgente con John Elkann, sottolineando che la situazione non può essere procrastinata fino alla metà del 2025, come indicato dai vertici di Stellantis. Secondo il senatore, è fondamentale che il nuovo gruppo dirigente, alla luce delle dimissioni di Tavares, faccia chiarezza sulle sue intenzioni e sulle strategie future per il gruppo, soprattutto per quanto riguarda l’investimento nelle tecnologie green e la salvaguardia dei posti di lavoro in Italia.
Il senatore Misiani ha anche attaccato il governo, accusandolo di aver preso una decisione “gravissima” nella legge di bilancio, che ha comportato un drastico taglio al fondo Automotive, passando da 5,8 miliardi di euro a 1,2 miliardi. Questo fondo, ereditato dal governo Draghi, avrebbe dovuto supportare la transizione ecologica dell’industria automobilistica, e il suo ridimensionamento è stato visto come una mossa dannosa per un settore che gioca un ruolo cruciale nell’economia italiana. “È una decisione assurda, ancora più controproducente alla luce di quanto sta accadendo nel settore,” ha dichiarato Misiani, chiedendo che il governo torni indietro su questa scelta e ripristini le risorse necessarie per affrontare la crisi in modo adeguato.
Inoltre, il Partito Democratico ha chiesto al governo di presentarsi con fatti concreti al tavolo previsto per il 17 dicembre, dove le parti sociali, i sindacati e il governo dovranno discutere misure urgenti per sostenere la transizione del settore. Il Pd auspica che il governo si faccia carico delle proprie responsabilità e metta in campo risorse e strumenti di politica industriale che siano adeguati alle sfide che l’industria automobilistica sta affrontando.
La crisi che ha investito Stellantis dopo le dimissioni di Tavares ha messo in luce la fragilità del settore automobilistico italiano e l’importanza di un’azione politica tempestiva. Le preoccupazioni per l’occupazione e per il futuro dei siti produttivi, uniti agli effetti della transizione ecologica, sono temi che richiedono un confronto urgente tra le istituzioni politiche e le aziende. La situazione è resa ancora più complessa dal fatto che il settore automotive è al centro di un cambiamento epocale, con l’introduzione di nuove tecnologie, la spinta verso l’elettrico e l’adeguamento agli obiettivi di sostenibilità europei.
In questo contesto, la politica italiana sembra essere determinata a giocare un ruolo attivo nel definire il futuro di Stellantis e dell’industria automobilistica nazionale. L’esito delle trattative con il governo, i sindacati e le parti sociali sarà cruciale per stabilire il piano di sviluppo dell’azienda e per evitare che l’Italia perda terreno in un settore strategico per la sua economia. Il confronto che si avrà nelle prossime settimane, con l’audizione di Elkann e la discussione del governo in Parlamento, sarà determinante per tracciare la strada da percorrere.