Gli Stati Uniti pensano a nuove sanzioni all’Iran. Queste misure, ha spiegato il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan. Sullivan, mirano a “contenere e degradare le capacità militari dell’Iran, oltre ad affrontare una vasta gamma di comportamenti problematici attribuiti a Teheran”. Misure in risposta all’attacco missilistico e con droni lanciato da Teheran contro Israele nel fine settimana. Le nuove sanzioni prevedono di colpire specificamente il programma missilistico e di droni dell’Iran, nonché le entità che sostengono le Guardie Rivoluzionarie e il ministero della Difesa iraniano. Sullivan ha sottolineato che gli Stati Uniti si aspettano che i loro alleati e partner internazionali seguano con misure simili, creando così una pressione costante sull’Iran.
Israele prepara la sua risposta: la comunità internazionale attende la risposta di Israele all’attacco iraniano. Gli analisti prevedono una risposta limitata e mirata, con attacchi contro obiettivi chiave al di fuori dell’Iran, come milizie iraniane in Siria o Hezbollah in Libano. L’obiettivo è evitare una escalation più ampia del conflitto. Nonostante le pressioni internazionali per la moderazione, Israele ha dichiarato la sua intenzione di rispondere “con forza” all’attacco. Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha fatto appello a 32 paesi, tra cui l’Italia, per imporre nuove sanzioni contro l’Iran e classificare le Guardie Rivoluzionarie come organizzazione terroristica. Tuttavia, la risposta delle nazioni europee è stata cauta, con il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, che ha sottolineato la necessità di prove concrete prima di classificare un’organizzazione come terrorista.
Preoccupazione per il programma nucleare iraniano: l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha espresso la sua preoccupazione per la possibilità di un attacco israeliano agli impianti nucleari iraniani. L’Iran ha temporaneamente chiuso i suoi siti nucleari “per motivi di sicurezza”. Il direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi, ha invitato all’estrema moderazione da parte di tutte le parti coinvolte. Le autorità iraniane hanno alzato i toni, minacciando una risposta “non calcolabile in ore o giorni, ma in pochi secondi”. Il vice ministro degli Esteri iraniano, Ali Bagheri Kani, ha affermato che l’attacco di sabato è stato solo un assaggio di ciò che l’Iran ha in serbo.
“Nel frattempo, le tensioni tra Iran e Israele continuano a crescere“, ha evidenziato Sullivan, “con entrambi i paesi che intensificano le minacce e le dichiarazioni bellicose”. Il vice ministro degli Esteri iraniano ha avvertito che la risposta all’eventuale azione israeliana sarà rapida e decisa, mentre un portavoce del Parlamento iraniano ha suggerito che l’Iran è pronto a utilizzare nuove armi fino ad ora non impiegate. “In questo contesto di crescente tensione”, ha concluso Sullivan, “la comunità internazionale rimane in allerta, con timori che un’escalation delle ostilità possa portare a una guerra regionale”. Mentre gli sforzi diplomatici per evitare una crisi più ampia sono in corso, il rischio di un conflitto aperto rimane alto, e il mondo osserva con apprensione lo sviluppo degli eventi in Medio Oriente.