Un “prestito eccezionale”, una mostra estremamente importante e inusuale, ma anche un passo storico nei rapporti tra il Vaticano e Mosca. Apre venerdì e rimarrà visitabile sino al 19 febbraio “Roma Aeterna”, ossia qualcosa di mai accaduto prima: i Musei Vaticani hanno infatti acconsentito, dopo un precedente incontro tra Papa Francesco e Vladimir Putin, a offrire in prestito alla Galleria Tretyakov 42 tele di maestri come Bellini, Raffaello, Caravaggio, Guido Reni, Guercino e persino Poussin. Ossia “il 10% dei capolavori della Pinacoteca Vaticana” come spiega in un’intervista ad Askanews la vice direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta, già indicata come successore di Antonio Paolucci alla guida delle collezioni papali. “Sono stati selezionati – continua Jatta – secondo il criterio della Pinacoteca vaticana, sala per sala, per raffigurare l’arte italiana e l’arte dello Stato Pontificio, cronologicamente, nelle 18 sale in cui si snoda. Dal XII al XVIII secolo”. Jatta – che nel suo albero genealogico conta una nonna aristocratica russa e un bisnonno direttore dell’ufficio restauro della Tretyakov – non esclude che la mostra evento sia parte di uno scambio e quindi che presto anche il Vaticano ospiterà qualcosa di inusuale: una esposizione di maestri russi.
Il prestito ha svuotato la XII sala della Pinacoteca Vaticana e ha anche messo in crisi i Musei che si sono dovuti inventare in sostituzione l’esposizione dei sette modelli realizzati da Giovan Lorenzo Bernini per gli altari della Cattedra e del SS. Sacramento della Basilica di S. Pietro. Le opere di Bernini uscivano da 5 anni di restauro e cadevano a pennello, a dimostrazione che oltre alla buona volontà, ci vuole anche la provvidenza. Mentre l`evento è il teorema di quanto le relazioni tra Mosca e il Vaticano siano intense. All`anteprima assoluta è giunto anche il cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, che venerdì si incontrerà con il Patriarca russo Kirill. E questa settimana è il secondo incontro tra Kirill e un cardinale cattolico, dopo quello di ieri tra Kurt Koch e il primate della Chiesa russa. Come dichiara ad Askanews Bertello, in un mondo sempre più polarizzato, e sempre più destinato al conflitto permanente “l`arte è uno strumento per unire la gente e dialogare, per portare avanti un discorso di pace, per cercare di far sì che ogni gesto che facciamo sia un piccolo contributo alla comprensione con gli uomini”.
Organizzare il tutto non è comunque stato facile, anche per i costi. La Fondazione Arte, Scienza e Sport e in particolare il miliardario Alisher Usmanov hanno dato una mano a salvare la mostra. Inoltre l’ok dei Musei Vaticani non era così scontato. “Sono stati tre anni complessi” spiega Jatta. “È una selezione straordinaria di capolavori, per numero e qualità, mai uscita prima dai Musei Vaticani per andare in un Paese straniero, ma si è voluto dar conto della passione che hanno i russi per la nostra città e la nostra arte italiana e quindi generosamente abbiamo acconsentito”. Nota a margine: Jatta ha dichiarato oggi di essere la bisnipote di chi è parte della storia della galleria Tretyakov, e in fondo della Russia, il conte Yurij Olsufiev. Nato a San Pietroburgo nel 1878 e morto a Mosca nel 1938, Olsufiev ha avuto una vita davvero avventurosa, e dal 1934 ha guidato la sezione di restauro di arte antica russa proprio presso la Galleria Tretyakov. Fu ucciso nel 1938, dopo l’arresto della polizia segreta Nkvd per “diffusione di idee antisovietiche”. Ma se si scava ancora più a fondo, nell’albero genalogico della Jatta si trova anche Nikolai Troubetzkoy che con Nikolai Rubinstein creò il Conservatorio di Mosca. Troubetzkoy era il suocero di Olsufiev.