Cronaca

Presunta maxi evasione, blitz fiamme gialle in sedi Gruppo Biasotti

Blitz della Guardia di Finanza di Genova in alcune sedi del Gruppo Biasotti, fondato dal senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Sandro Biasotti, che si occupa della compravendita di auto. Le fiamme gialle, coordinate dal procuratore aggiunto Francesco Pinto, indagano su una presunta frode milionaria sull’Iva, che riguarderebbe il periodo compreso tra il 2014 e il 2016 ma con accertamenti anche sul 2017 e 2018. L’ipotesi di reato è di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e connessa evasione dell’Iva. Al momento, sono due le persone indagate: il legale rappresentante del gruppo, Antonio Barba (cognato di Sandro Biasotti) e Enrico Manfredi, titolare delle societa’ fittizie a cui venivano vendute le auto.

Secondo la guardia di finanza, il gruppo Biasotti avrebbe fatto numerose vendite di auto a presunti esportatori, in realta’ missing traders (evasori professionali), che erano privi di qualsivoglia operativita’ commerciale nel settore, in pratica vere e proprie teste di legno, che rilasciavano false lettere di intento nelle quali rappresentavano il diritto a concludere operazioni di acquisto esenti Iva per poi trasferire le auto ad altri acquirenti a prezzi estremamente vantaggiosi. Secondo gli investigatori sarebbero state evase nel 2014 imposte per 1,8 milioni di euro, oltre 2 milioni nel 2015 e oltre 5 milioni nel 2016. Oltre alle sedi delle societa’ sono state perquisite le abitazioni di Barba e Manfredi.

“Intendo precisare – ha commentato Biasotti – che io non sono indagato in quanto, da quando faccio politica, non ho mai più ricoperto incarichi operativi o dirigenziali nelle aziende di famiglia. Comunque – ha aggiunto- mi riferiscono che l’accusa è totalmente infondata in quanto si tratta di vendite di auto assolutamente residuali ai volumi delle aziende (9 milioni di fatturato in 2 anni, su oltre 600), vendute e fatturate a commercianti che hanno presentato documentazione idonea per l’esportazione senza pagare l’Iva”. “Prima di procedere alla vendita – ha sottolineato il senatore di Forza Italia- le società della mia famiglia hanno verificato tale documentazione presso gli uffici delle Agenzia delle Entrate. Le aziende della mia famiglia negli anni scorsi hanno avuto altre verifiche su identiche operazioni -ha concluso- sempre dimostrando tale correttezza ed estraneità alle eventuali accuse”.

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redazione