Price cap sul gas, Commissione Ue sotto pressione da Stati membri

Price cap sul gas, Commissione Ue sotto pressione da Stati membri
Roberto Cingolani
1 ottobre 2022

Il Consiglio Energia straordinario dell’Ue dedicato alla risposta ai rincari energetici, che si è tenuto ieri a Bruxelles, si è concluso con un accordo già, ampiamente scontato, sulle misure che aveva proposto due settimane fa la Commissione europea, e con un rilancio del dibattito sulla controversa ipotesi di imporre un tetto generale nel mercato unico al prezzo del gas, da ovunque sia importato (e non solo dalla Russia). I ministri non hanno nascosto una certa irritazione nei confronti delle reticenze della Commissione su questo punto, e delle sue tattiche temporeggiatrici.

L’Esecutivo comunitario, chiaramente contrario a questo tetto al prezzo generalizzato per il gas, è stato messo sotto forte pressione da parte dei 15 Stati membri che lo hanno chiesto, fra cui Italia, Francia, Spagna, Polonia, Belgio e Grecia. Non solo: questi sette paesi, assecondati dalla presidenza di turno ceca dell’Ue, hanno organizzato un incontro due ore prima del Consiglio, alle 7 di ieri mattina, insieme a Germania e Olanda, i due paesi più importanti (dal punto di vista economico e del consumo di energia), fra quelli contrari al “price cap”. Come ha poi riferito il ministro italiano Roberto Cingolani, questo gruppo di Stati membri più “energivori” ha quindi concordato di continuare a lavorare nei prossimi giorni per produrre delle indicazioni, dei “bullet points”, da consegnare la settimana prossima alla Commissione europea, affinché possa formulare una proposta formale “accurata” sul prezzo del gas che dovrebbe essere basata su una serie di indicatori del mercato mondiale (come il Brent e l'”Henry Hub Natural Gas Spot Price”) e consistere non più in un tetto, ma in una forchetta (“range”) di prezzi, da negoziare con i fornitori affidabili (quindi non con la Russia).

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Non una soglia, quindi, ma una banda di oscillazione dei prezzi (simile quella dello Sme, il “serpente monetario” europeo che esisteva prima dell’euro). Come ha spiegato Cingolani, questa banda di oscillazione, basata su una “indicizzazione intelligente”, dovrebbe consentire delle variazioni di prezzi ragionevoli, e non l’estrema volatilità “totalmente fuori controllo” a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi. Il ministro italiano ha anche indicato che questa nuova proposta, ancorché non ancora formalizzata, dovrebbero essere già pronta per essere discussa al vertice informale dei capi di Stato e di governo che si terrà a Praga il 6 e 7 ottobre. Di tutto questo non ha parlato, durante la conferenza stampa conclusiva del Consiglio, la commissaria Ue all’Energia, Kadri Simson. Che tuttavia una indicazione l’ha data: “Un certo numero di ministri – ha riferito Simson – ha sostenuto oggi un tetto massimo del prezzo del gas all’ingrosso che copra tutte le transazioni, sia quelle nel mercato interno che le importazioni”.

E ha annunciato: “Sulla base del contributo di oggi (ieri, ndr), la Commissione lavorerà con gli Stati membri e svilupperà ulteriormente queste idee prima del Consiglio europeo della prossima settimana. Questo lavoro costituirebbe in definitiva la base di una proposta legislativa che presenteremo rapidamente”. Tra l’altro, arrivando in Consiglio in mattinata, la commissaria aveva anche menzionato le “forchette di prezzi” (“price corridors”) come un’ipotesi da esplorare. Simson, comunque, ha ricordato i motivi per cui la Commissione si era dichiarata contro il “price cap” generalizzato sul gas. Ha ammesso che “avrebbe chiaramente un effetto sui prezzi, ma – ha aggiunto – significherebbe anche di fatto la sospensione del mercato del gas dell’Ue, e creerebbe rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento”. A questo punto, la commissaria ha inviato un avvertimento ai ministri sul fatto che, se vogliono andare avanti su questa strada, ci saranno delle condizioni da rispettare. “Per compiere un passo così drastico in modo responsabile, ci sarebbero dei dei prerequisiti non negoziabili, primo tra tutti – ha sottolineato – un impegno obbligatorio inequivocabile da parte degli Stati membri a risparmiare la domanda di gas oltre il nostro attuale piano di riduzione del 15%”.

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Mente Simson ha riconosciuto che la discussione è stata “franca”, il presidente di turno del Consiglio Energia, il ministro ceco dell’Industria e del Commercio Jozef Sikela, non ha nascosto le forte tensione e il senso di urgenza, e anche di frustrazione, registrato fra i ministri, per le risposte alla crisi che non sono ancora sufficienti. “Dobbiamo continuare il nostro lavoro. Siamo in guerra energetica con la Russia che colpisce fortemente anche la nostra industria. È necessaria un’ulteriore, urgente e coordinata azione dell’Ue”, ha detto durante la conferenza stampa finale. “Il Consiglio – ha continuato Sikela – ha chiesto oggi immediate ulteriori azioni a livello europeo che ci consentano di affrontare le questioni che stiamo affrontando con l’urgenza che merita. In qualità di presidente di turno – ha riferito -, ho notato serie preoccupazioni tra gli Stati membri riguardo al seguito” da dare alle misure già decise. “Al riguardo, i ministri hanno chiesto rassicurazioni sulla tempistica per l’introduzione delle proposte pertinenti da parte dalla Commissione”.

“Le questioni chiave citate dagli Stati membri – ha continuato il presidente di turno del Consiglio Energia – sono state principalmente la stabilizzazione dei mercati dell’elettricità attraverso varie misure, in particolare la limitazione dei prezzi del gas e il suo impatto sui prezzi dell’elettricità nell’Ue. Queste misure potrebbero includere, ad esempio, l’introduzione di un ‘price cap’ sul gas importato o un nuovo indice europeo parallelo al Ttf (l’indice europeo utilizzato oggi sul mercato del gas di Amsterdam, ndr), che rifletta meglio le condizioni del mercato mondiale”. “Dobbiamo anche accelerare gli acquisti comuni di gas attraverso la piattaforma energetica. Questo meccanismo deve essere funzionale e non dipendere da decisioni politiche graduali”, ha avvertito Sikela. “La nostra azione comune deve ridurre i prezzi del gas che fluisce in Europa e aumentare il potere negoziale dell’Ue sul mercato mondiale del gas per attrarre forniture a prezzi accessibili”. “Dobbiamo agire ora. Le aspettative dei cittadini dell’Ue – ha sottolineato il ministro ceco – sono altissime e non possiamo permetterci di deluderle. La Presidenza ceca è pronta ad accogliere ogni proposta della Commissione e ad affrontarla in modo super rapido. Posso assicurarvi – ha affermato Sikela – che convocherò tutti i Consigli straordinari necessari per discutere e raggiungere un accordo politico”. “Mi aspetto la proposta della Commissione sul gas presto, e sarei lieto – ha concluso Sikela – se fosse prima del vertice informale di Praga”.

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