Da palazzo Chigi rassicurano, giurano che “nessuno nel governo prende in considerazione l’ipotesi che, qualunque sia l’esito di questo braccio di ferro, possa accelerare il voto anticipato o dare un colpo al governo”. Ma dalla segreteria Pd l’equazione è più netta: “Se l’Italicum fosse affossato si tornerebbe alla palude dell’aprile del 2013”, dice il vice Lorenzo Guerini. Ovvero a quando la legge elettorale era il Porcellum sub iudice, quando i dubbi sulla capacità di riformarla erano diffusi, e quando il Parlamento fu costretto a chiedere il bis di Giorgio Napolitano stante l’incapacità di eleggere un successore sotto i colpi dei 101 franchi tiratori Dem. Insomma, spiegano fonti della segreteria Pd, si tornerebbe ad una delle stagioni peggiori della politica, buttando a mare il lavoro di quasi due anni.
Del resto, anche nel faccia a faccia con i senatori i toni di Renzi non erano stati proprio concilianti: la minoranza come “un partito nel partito”, le alternative all’Italicum che si riducono al Consultellum, e 24 ore di tempo non tanto per modifiche nel merito, ma per convincere il maggior numero possibile dei dissidenti Pd a ‘ravvedersi’. Anche per questo, dopo la conferenza stampa di Miguel Gotor che ha confermato come “almeno 30 senatori Dem” sono pronti a non votare l’Italicum, arrivano le bordate delle fonti più vicine a Renzi: “Il merito della legge elettorale non c’entra nulla: è in atto l’assalto finale, un putsch per mettere in minoranza la maggioranza”, lo “showdown finale”, un vero e proprio “golpe”. Peraltro – viene fatto osservare – “la manina è quella di Gotor, idoeologo di Bersani eletto senza preferenze”. Con una suggestione che i renziani non rinunciano ad evocare e che dimostra – se ce ne fosse bisogno – come si intreccino le partite dell’Italicum e del Quirinale: “E’ significativo che l’emendamento di Gotor è il numero 101…”, come i franchi tiratori che affossarono Prodi. Insomma, nella posizione di questo “spezzone di minoranza” i renziani non ravvisano “alcuna questione di merito, è una battaglia tutta politica, che si vuole condurre alla Lega di Salvini, a Grillo, a Sel, ai Formigoni e ai Minzolini. Il tutto per mandare giù Renzi: vogliono solo colpirci”.