Prime vittime del Crocetta Ter, Art.4 si spacca. “Movimento non rappresentato”

Prime vittime del Crocetta Ter, Art.4 si spacca. “Movimento non rappresentato”
29 ottobre 2014

Il neonato Crocetta Ter già miete le prime vittime. Alla vigilia del voto all’Ars sulla mozione di sfiducia presentata da centrodestra e Movimento cinque stelle, uno delle componenti di peso della maggioranza, sconfessa il governatore da giorni impegnato in un tour de force per far nascere il suo terzo governo. E così esplodono i centristi di Articolo 4 che, in forza degli undici deputati all’Ars, rappresentano il secondo gruppo della coalizione. “Il movimento Articolo 4 non e’ rappresentato nel nuovo Governo della Regione siciliana”. Tuona il capogruppo Luca Sammartino. “Anche il presidente Crocetta – continua Sammartino – ne e’ perfettamente cosciente e lo conferma un passaggio della sua nota nella quale ricorda come l’assessore designato non sia stato concordato ufficialmente con Articolo 4”. Sammartino, insieme ai deputati Valeria Sudano, Alice Anselmo, Paolo Ruggirello (foto) e Pippo Nicotra, anche loro di Articolo 4, cerca di chiarire cosa sia accaduto nelle “convulse fasi che hanno preceduto l’annuncio dei nuovi assessori”. “L’unico documento prodotto all’unanimita’ – dice -, e dunque firmato da tutti gli 11 deputati di Articolo 4 ed indirizzato al presidente della Regione recita, fra l’altro: ‘ti rappresentiamo come, anche in ragione della consistenza del contributo politico da noi lealmente apportato alla maggioranza di governo, costituisca una richiesta imprescindibile l’ottenimento di una piu’ forte rappresentanza affiancando alla delega all’agricoltura una ulteriore nostra presenza in seno alla costituenda Giunta’”. Alla luce del documento, aggiungono tutti e cinque i deputati “contestiamo fortemente non il nome ma il metodo con il quale e’ maturata la scelta dell’assessore designato, pur ritenendo Nino Caleca persona di alto spessore e profilo”. “Non intendiamo discutere di poltrone ma di rappresentanza politica – proseguono -. Il resto appartiene ad un vecchio modo di pensare e di agire che rifiutiamo”. “Al presidente della Regione – concludono – chiediamo di fare chiarezza di fronte ai siciliani, unico vero riferimento della nostra azione politica e parlamentare”.

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