Politica

Primi approcci giallorossi, tra soglie e piccoli collegi

L’approvazione definitiva del taglio dei parlamentari, con lo strascico di malumori e criticita’ del day after, soprattutto all’interno del Pd, spinge sull’acceleratore del dibattito interno alla maggioranza sulla legge elettorale. Anche se, al momento, spiegano fonti parlamentari giallorosse, e’ tutto ancora allo stadio delle ipotesi e dei ragionamenti. Il tema, pero’, e’ stato discusso nel faccia a faccia di due giorni fa tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. A riferirlo e’ lo stesso leader M5s: “Con Zingaretti ci siamo solo detti che affronteremo il tema, ma per quanto riguarda il modello, prima il Parlamento trova l’accordo e poi ne iniziamo a parlare pubblicamente”. Di Maio poi torna a garantire “tutto l’impegno ad inserire i correttivi” alla riforma costituzionale sulla riduzione dei parlamentari, “ci sara’ da riorganizzare i regolamenti di Senato e Camera, la legge elettorale”.

Per ora, dunque, l’unico punto fermo e’ il documento sottoscritto dai capigruppo di maggioranza, con l’impegno di presentare una proposta entro dicembre. Quanto al modello, sono diverse le ipotesi in campo, tutte orientate verso un sistema proporzionale ma con correttivi. Nei ragionamenti di queste ore, viene spiegato, nella maggioranza – e tra i dem – ci si e’ concentrati sullo studio di un sistema simil spagnolo – ai 5 stelle non dispiacerebbe un sistema con piccoli collegi – o di un proporzionale con soglia alta di sbarramento (almeno il 5%). Ma c’e’ anche l’ipotesi di introdurre un doppio turno nazionale, sulla falsa riga dell’Italicum. Restano pero’ le perplessita’ interne al Pd sull’abbandonare completamente il maggioritario. L’importante, ora, e’ “evitare fughe in avanti o accelerazioni emotive sull’onda dello scontento per il taglio dei parlamentari”, sottolineano fonti parlamentari della maggioranza. “Servono prudenza e una seria riflessione”, aggiungono.

Il ministro con delega alle riforme, Federico D’Inca’, in un’intervista al Corsera, spiega: “Al momento abbiamo firmato un documento con la maggioranza che ci impegna a fissare un iter, fare una proposta entro il 31 dicembre. Noi in passato abbiamo presentato un modello, il ‘Toninellum’, che era un proporzionale con piccoli collegi. A noi non importa fare una legge contro qualcuno, ma per il bene del Paese”. E “per il momento – assicura il ministro – semplicemente siamo molto lontano dal parlare di sbarramento perche’ non abbiamo pensato a un modello”. Il capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci, non ha dubbi sul fatto che il suo partito “partira’ da un approccio maggioritario”. Ma bisognera’ confrontarsi con gli alleati, riconoscono i dem, e il proporzionale al momento ha piu’ chance di riuscita. “Se la scelta dovesse essere proporzionale”, osserva quindi Marcucci in un’intervista, “ci sara’ una soglia di sbarramento tale da avere in qualche maniera un effetto maggioritario” e “a me il 5% di sbarramento sembra ragionevole”.

Chiarisce il costituzionalista e capogruppo Pd in Affari costituzionali, Stefano Ceccanti: dopo l’ok al taglio degli eletti “non c’e’ nessuna conseguenza obbligata sulla legge elettorale” che spinga verso il proporzionale, scrive sul suo blog. “Certo, per evitare problemi di rappresentanza nelle Regioni medie – specie al Senato – la conseguenza piu’ naturale e’ quella di un sistema a base proporzionale e, con questi numeri, i collegi uninominali sono sconsigliabili perche’ avrebbero un grande numero di elettori. Tuttavia a partire dalla base proporzionale si puo’ andare sia in direzione di un sistema che sbarra in modo forte ma non aggrega (sistema a soglia alta) o di uno a doppio turno con premio che riscrive l’Italicum secondo le indicazioni della Corte (coalizioni, anche ulteriori tra un turno e l’altro)”. Per Leu il proporzionale e’ l’unica strada: “Ora serve una legge elettorale proporzionale”, afferma Nicola Fratoianni. E il capogruppo Federico Fornaro aggiunge: “E’ necessario trovare un corretto equilibrio tra esigenze di rappresentanza e funzionalita’ del parlamento. Questo e’ l’obiettivo a cui lavoreremo d’intesa con gli altri partiti della maggioranza”.

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