Economia

Primo accordo governo-sindacati: 6 miliardi in tre anni, dalla 14esima al prestito per uscire prima

di Maurizio Balistreri

Primo accordo in materia di pensioni tra governo e sindacati. L’esecutivo mette in campo 6 miliardi di risorse da spendere in tre anni, di cui molto probabilmente 1,5 miliardi per il 2017. Le modalità e la ripartizione saranno definiti in vista della prossima legge di Bilancio. Nel cantiere della manovra entreranno di sicuro l’aumento delle 14esime e un allargamento della platea. Un aumento delle detrazioni di imposta per tutti i pensionati over 74 al fine di un adeguamento della no tax area a quella dei lavoratori dipendenti e la possibilità di un cumulo gratuito sui contributi versati in gestioni diverse. Una corsia preferenziale anche per lavoratori precoci e usuranti e un anticipo pensionistico per una maggiore flessibilità in uscita. Tutto per superare alcuni paletti della tanto contestata legge Fornero. Un accordo importante che segna un cambio di passo nel rapporto con il governo del premier Matteo Renzi, più volte in frizione con i sindacati. A firmare il verbale condiviso sono stati il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, insieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, e i tre leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo unanimi nel definire l’accordo “un buon lavoro”. I segretari dei tre sindacati hanno evidenziato soprattutto “il superamento” delle rigidità della legge Fornero e la maggiore equità prevista per i pensionati: il riconoscimento dei lavori usuranti, dei precoci, la necessità di una flessibilità in uscita e il sostegno al reddito con l’aumento e l’estensione della 14esima. Plaude la Cgil: “Si è fatto un buon lavoro, sono state superate le ingiustizie della legge Monti-Fornero. Ma il lavoro non è ancora concluso. E’ la prima volta – sottolinea Camusso – che si riconosce che i lavori non sono tutti uguali e dunque che l’età pensionabile non può essere uguale per tutti. Poi per la prima volta, dopo tanti anni, si mettono risorse nella previdenza”. “E’ stato fatto un buon lavoro, la discussione continua. Sono state superate delle ingiustizie sociali e dopo tanto tempo e tanti governi sono stati messi per la prima volta dei soldi” per i pensionati, ha sottolineato il segretario della Uil Barbagallo.

“Finalmente i pensionati dopo tanti anni vedono un po’ di giustizia. Finalmente viene usato il linguaggio della coesione sociale e non della spaccatura tra generazioni. Si introducono elementi di equità. Cambia il paradigma rispetto alla legge Fornero”, ha commentato la segretaria generale della Cisl, Furlan. Anche il numero uno di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha valutato positivamente il confronto chiedendo tuttavia al governo di puntare sulla competitività. Per quanto riguarda i termini dell’accordo le novità sulla 14esima riguarderanno una platea di 3,3 milioni di persone: 2,1 milioni coloro ai quali sarà riconosciuto un amento del 30% e 1,2 milioni di pensionati con assegni fino a mille euro a cui sarà riconosciuta una quattordicesima nella misura prevista oggi. Inoltre partendo dai pensionati con più di 74 anni, si prevede l’aumento della detrazione d’imposta (riconosciuta fino a 55.000 euro) per tutti i pensionati al fine di uniformare la loro no tax area a quella dei lavoratori dipendenti (8.125 euro). Sui precoci è prevista l’eliminazione della penalizzazione della Fornero per chi va in pensione prima dei 62 anni. Inoltre un intervento per “consentire l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi per disoccupati senza ammortizzatori sociali, persone in condizioni di salute che determinano una disabilità e lavoratori occupati in alcune attività particolarmente gravose”. Per i lavori usuranti il documento concorda nel consentire l’anticipo di pensionamento di 12 o 18 mesi anche “rispetto all’attuale normativa agevolata” e l’eliminazione dell’adeguamento dei requisiti a partire dal 2017. Il verbale prevede poi anche la possibilità di cumulare gratuitamente i contributi versati presso gestioni diverse. Infine per quanto riguarda l’Anticipo pensionistico agevolato, con un reddito ponte a carico dello Stato per un ammontare prefissato e rimborso gratuito, questo sarebbe riconosciuto ai disoccupati, a chi esegue lavori pesanti o rischiosi, a chi è in condizioni di salute difficili. Possibile anche che sia esteso ad assegni fino a 1.500 euro di pensione. Ma su questo si deve trovare un accordo con i sindacati per la definizione delle varie soglie.

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