L’incontro era stato richiesto da tempo. Già da prima dell’estate. Poi, però, c’è stata di mezzo l’operazione a cuore aperto, la riabilitazione e infine il viaggio negli Usa. Silvio Berlusconi, accompagnato da Gianni Letta, ieri pomeriggio alle 16, ha varcato la soglia del Quirinale per un colloquio con il capo dello Stato, Sergio Mattarella. E’ il primo faccia a faccia dall’insediamento. Il clima, dicono, è stato “cordiale”. L’incontro rappresenta un fatto in sé. Non soltanto perché Berlusconi non ha appoggiato l’elezione di Mattarella, arrivando a rompere sul punto addirittura il patto del Nazareno con Matteo Renzi. L’ex premier era infatti l’unico leader politico di opposizione che il presidente della Repubblica non avesse ancora ricevuto al Colle in oltre un anno e mezzo. Prima di lui, infatti, hanno avuto un colloquio sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni, ma anche Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.
Fonti azzurre spiegano che Berlusconi ci tenesse a ringraziare personalmente il capo dello Stato per gli auguri che aveva ricevuto in occasione del suo compleanno e per l’interessamento sulla sua salute. Ma, certo, è inverosimile che questo sia stato l’unico argomento. L’ex premier non avrebbe infatti perso occasione per lamentarsi dei tanti processi subiti e dei tre “colpi di stato” che hanno portato alla fine dei sui governi. Inevitabile, però, che il colloquio si sia soffermato anche sulla situazione politica. Ufficialmente, nessuno ammette che si sia affrontato anche il tema del referendum e di quello che potrà accadere il 5 dicembre. Berlusconi è recentemente sceso in campo personalmente nella campagna del no, anche se – soprattutto dagli alleati di centrodestra – la posizione di Forza Italia sul ddl Boschi viene considerata troppo blanda e ancora di più quella delle tv Mediaset. A seconda che vinca il sì o il no, d’altra parte, il Cavaliere avrebbe delle carte da giocare, rappresentando, con ogni probabilità, l’unica forza politica di opposizione con qualche interesse a riaprire un dialogo con la maggioranza. Di certo, con questo incontro, Berlusconi prova a cambiare la tradizione che lo vede sempre in rapporti burrascosi con il Quirinale. Difficile è infatti stato il dialogo prima con Oscar Luigi Scalfaro e poi con Carlo Azeglio Ciampi. Per non dire di Giorgio Napolitano, nonostante lo stesso Cavaliere sia stato tra i fautori della sua rielezione nella fase di stallo seguita alle elezioni del 2013.