Il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha respinto, parlando oggi in una conferenza stampa, la proposta del predecessore Shinzo Abe di aprire la porta alla presenza di armi nucleari Usa in Giappone alla luce del cambiamento di quadro strategico dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Tuttavia ha anche detto che il Giappone non deve farsi trovare impreparato ai cambiamenti di scenario che si possono verificare nel quadro di sicurezza internazionale e ha detto che l’apparato di difesa nipponico deve essere aggiornato. Abe, da sempre un sostenitore della revisione dell’articolo 9 della Costituzione giapponese che impedisce al Giappone di detenere forze armate offensive, nei giorni scorsi ha invitato a ragionare sull’ipotesi di ospitare armi nucleari statunitensi nel territorio nipponico. Il Giappone, dal dopoguerra, è vincolato ai cosiddetti “hikaku san-gensoku”, cioè i “tre principi non nucleari”: non possedere, non produrre e non introdurre armi nucleari in Giappone.
Kishida – che è compagno di partito di Abe – già nei giorni scorsi aveva fatto capire di essere contrario all’ipotesi proposta dall’ex primo ministro. D’altronde, l’attuale premier è un parlamentare eletto a Hiroshima, che con Nagasaki condivide il triste primato di essere le uniche due città del mondo ad aver subito bombardamenti atomici, nel 1945 da parte degli Stati uniti. “Il Giappone ha bisogno di un fondamentale aggiornamento delle sue capacità di difesa”, ha concesso il primo ministro parlando in una conferenza stampa in parte dedicata alla vicenda ucraina, prima di annunciare un nuovo stock di sanzioni nei confronti della Russia e della Bielorussia.
Kishida ha ricordato di essere il “primo ministro dell’unico paese che ha subito bombardamenti atomici e cittadino originario della città che ha subito un bombardamento atomico, Hiroshima” e – rispondendo a una domanda – ha detto di credere che “con le nostre capacità di difesa, sostenute anche dall’alleanza di sicurezza con gli Stati uniti, siamo in grado di difendere il popolo giapponese” mantenendosi vincolati ai “tre principi non nucleari”. Però – ha aggiunto Kishida – “le situazioni cambiano e non si può restare inerti, con le mani in mano, mentre si verificano questi cambiamenti”. Quindi è “importante che il nostro paese abbia un approccio di analisi su ciò che serve e su quali preparativi fare rispetto alle evenienze”.