Principe Harry ammette: ero nel caos totale dopo morte Diana
Solo all’età di 28 anni il principe si è rivolto a professionisti della salute mentale
Il principe britannico Harry ha ammesso di esser stato per anni “nel caos totale” a seguito della morte della madre, la principessa Diana e di aver avuto bisogno di una terapia per superare il lutto. In un’intervista al quotidiano The Telegraph, il 32enne principe dice di aver cercato per anni di ignorare le proprie emozioni dopo la morte della madre, nel 1997, quando aveva appena due anni. “Il mio modo di gestire la cosa era di nascondere la testa sotto la sabbia, di rifiutarmi perfino di pensare a mia mamma, perché a cosa sarebbe servito? Mi avrebbe sono reso più triste. Non l’avrebbe riportata da me”. Solo all’età di 28 anni il principe si è rivolto a professionisti della salute mentale, su sollecitazione di altre persone, tra cui il fratello maggiore William che gli ha fornito “un enorme sostegno”. “Per vent’anni non ci ho pensato e poi ho avuto due anni di caos totale… Non sapevo che cosa mi stava succedendo” ha detto. In passato Harry ha parlato di lutto ed è noto che sostiene le ong per la salute mentale, ma è molto schivo e raramente parla apertamente delle proprie esperienze personali. Diana e il compagno Dodi al Fayed rimasero uccisi in un incidente stradale Parigi il 31 agosto 1997, insieme all’autista francese Henri Paul, mentre tentavano di sfuggire ai paparazzi.
La morte della principessa scatenò un’enorme ondata spontanea di lutto popolare e Harry camminò dietro la bara della madre durante un funerale che fu trasmesso dalle tv di tutto il mondo. Harry ha detto di aver fatto i conti solo di recente con il suo lutto e con le pressioni della vita da reale di Gran Bretagna, che comporta una sensazione di “combatti o fuggi” durante gli impegni ufficiali. “In generale non so come riusciamo a restare sani di mente. Non ho segreti, probabilmente sono stato molto vicino a un crollo totale in varie occasioni”. Durante dieci anni nell’esercito britannico Harry ha prestato servizio due volte in Afghanistan e ha incontrato i militari in una struttura di riabilitazione, un’esperienza che ha avuto un impatto sulla sua salute. “Metti da parte i tuoi problemi, davanti a quello che vedi” ha detto a Telegraph. Il principe si è autodefinito “un problema” per buona parte del periodo dai 20 ai 30 anni e ha aggiunto che oltre alla terapia ha avuto un grande aiuto dalla boxe. “Tutti dicevano che la boxe mi avrebbe fatto bene ed è davvero utile per sfogare l’aggressività. Mi ha davvero salvato, perché stavo per picchiare qualcuno. E poter picchiare qualcuno con i guantoni è certamente più facile”. Il principe William e la moglie Kate fanno campagna insieme ad Harry per fa cadere i pregiudizi attorno alla salute mentale e sostengono ong con l’iniziativa Heads Together. Harry ha detto che una volta che ha cominciato a parlare di ciò che sentiva ha scoperto di far “parte di un club piuttosto grande” e ha incoraggiato gli altri ad esprimersi. “Quel che tentiamo di fare è di normalizzare la conversazione in modo che chiunque possa sedersi davanti a un caffè e dire ‘Lo sai, ho avuto proprio una giornataccia. Posso parlartene?'”.