Per quella che ha definito “una violenza di gruppo” a suo danno da parte di Severino Antinori e del suo entourage, l’infermiera spagnola presunta vittima di un prelievo forzoso di ovociti ha chiesto un risarcimento di “almeno 100mila euro” agli imputati. A quantificarlo e’ stato l’avvocato Roberto De Leo nel suo intervento come difensore della giovane donna, parte civile nel procedimento che potrebbe arrivare a sentenza il 31 gennaio. I pm di Milano Maura Ripamonti e Leonardo Lesti hanno chiesto 9 anni di carcere per Antinori e pene inferiori anche per gli altri imputati. De Leo ha chiesto ai giudici di riconoscerle un risarcimento “secondo equita’, perche’ lei non e’ mai stata interessata al denaro, anzi ha sempre respinto le offerte di denaro. Lei voleva solo ricevere dei compensi lavorando nella clinica”. Il risarcimento di almeno 100mila euro con 50mila di provvisionale e’ stato chiesto “per il danno biologico e morale” considerando anche che “e’ impossibilitata a lavorare per il danno psicologico e l’assoluta mancata resipiscenza da parte dell’imputato Antinori”. Secondo la Procura, il 5 aprile del 2016 l’infermiera alla clinica Matris fu vittima di un prelievo forzato di ovuli da parte di Severino Antinori anche se in un procedimento ‘parallelo’ e’ stata mandata a giudizio dal gip Luigi Gargiulo con imputazione coatta perche’ avrebbe calunniato Antinori. Intanto, a quanto si e’ saputo i legali della clinica Matris hanno chiesto il dissequestro della struttura con un’istanza presentata ieri e sulla quale il Tribunale si esprimera’ nei prossimi giorni. Negativo il parere gia’ espresso dalla Procura.