Il programma di Paolo Gentiloni da commissario Ue, flessibiltà nelle regole e riforme per la crescita

Dal 1 novembre l’ex premier italiano sara’ il commissario all’Economia della squadra di Ursula von der Leyen

Paolo Gentiloni

Paolo Gentiloni

Pieno ricorso alla flessibilita’ ma dentro il rispetto delle regole, investimenti e riforme per aumentare la crescita tenendo in ordine i conti e avvio di un dialogo per “ricostruire la fiducia” e avvicinare le posizioni sulla riforma del Patto di Stabilita’. Questi i punti piu’ ‘politici’ del programma di Paolo Gentiloni, che dal 1 novembre sara’ il commissario all’Economia della squadra di Ursula von der Leyen. Nelle risposte scritte al Parlamento europeo in vista delle tre ore di ‘esame’ in commissione Econ previste per il 3 ottobre, Gentiloni consegna all’Eurocamera un documento di nove pagine, non definitivo ma molto vicino alla stesura finale, per tracciare le linee guida del suo mandato. L’ex presidente del Consiglio parte dall’impegno europeista, ricorda la carriera di parlamentare e di uomo di governo, ma prima ancora quella di cronista politico (compreso l’esperienza alla ‘Nuova ecologia’) per arrivare a quelli che sono i temi piu’ spinosi dell’attualita’ e degli anni a venire, soprattutto per un commissario italiano.

Agli eurodeputati che chiedono come intenda muoversi sull’applicazione del Patto di Stabilita’, Gentiloni risponde rassicurante che la Commissione “applichera’ il Patto di Stabilita’ e Crescita facendo pieno uso della flessibilita’ permessa dalle regole”: “questo ci aiutera’ a realizzare una ‘fiscal stance’ piu’ favorevole alla crescita nell’area euro, assicurando al contempo responsabilita’ di bilancio”. Per far ripartire il Pil aggiunge Gentiloni, servono investimenti e riforme strutturali, perche’ “aumentano la crescita potenziale” mantenendo il debito sotto controllo. Un altro passaggio spinoso al quale Gentiloni risponde con diplomazia e’ quello della riforma del Patto di Stabilita’, chiesto con insistenza dall’Italia ma osteggiato dai paesi piu’ rigoristi. La revisione delle regole fiscali contenute nel Patto di Stabilita’ e Crescita deve essere “una opportunita’ per riconciliare posizioni polarizzate e per ricostruire fiducia”, dice Gentiloni. Un consenso attorno alle regole del Patto di Stabilita’ “ha molto a che fare con la fiducia, mantenere gli impegni che sono stati presi e lavorare duramente per obiettivi condivisi”.

L’applicazione effettiva delle regole sara’ “la chiave negli anni a venire”. Prudenza anche sulla eventualita’ di incorporare il Fiscal Compact nella legislazione dell’Unione Europea: per ora non c’e’ consenso, registra il futuro commissario Ue, “l’opinione del Parlamento e’ ancora in sospeso e non c’e’ sufficientemente sostegno per la proposta al Consiglio”. La valutazione di fine anno delle regole fiscali dell’Ue “fornira’ un’opportunita’ per fare il punto della situazione”. Infine, Gentiloni conferma l’impegno suo e dell’intera Commissione per “misure efficaci contro il cambiamento climatico” e la sua disponibilita’ a lavorare per un sussidio di disoccupazione europeo, purche’, precisa l’ex presidente del Consiglio, dentro limiti ben chiari, sia economici che politici: niente trasferimenti permanenti tra Stati membri, supporto “solo in caso di shock esterni significativi” e senza creare disincentivi per gli Stati membri ad attuare le necessarie riforme strutturali”.