Prostituzione e tratta esseri umani, un fermo a Catania

La Polizia di Catania ha fermato, su delega della Procura etnea, una 37enne accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e tratta di persone. L’indagine è scattata a seguito delle dichiarazioni rese da una giovane nigeriana la quale ha riferito i dettagli del viaggio compiuto per raggiungere l’Italia, a seguito di promesse fatte da una vicina di casa che le aveva prospettato la possibilità di partire per l’Europa dove avrebbe potuto trovare un lavoro, così da potere saldare il debito iniziale, pari a 35mila euro, contratto con la sua “madame”. La ragazza, all’epoca dei fatti minorenne, fu sottoposta insieme ad altre connazionali ad un rituale “voodoo”, che la obbligava ad obbedire alla sua madame e a ripagarle l’intero debito, e ciò per non incorrere in un minacciato destino funesto. L’indagata, in concorso con altri soggetti non identificati, organizzava abitualmente viaggi di fortuna sui barconi dei trafficanti libici per fare entrare in Italia clandestinamente ragazze nigeriane, anche minorenni, che venivano avviate alla prostituzione nella zona di Catania, privandole della libertà, picchiandole e considerandole quasi come oggetti di sua proprietà. Nel corso delle intercettazioni, gli inquirenti della Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione, ascoltavano in diretta, in modalità “conference call” una conversazione tra il voodooista, l’indagata, i genitori di un’altra “sua” ragazza la quale, secondo quanto emerso dall’attività tecnica, era scappata dal controllo dell’indagata, non versandole alcuna somma di denaro e fingendo di non lavorare. Belinda aveva reagito duramente, contattando la famiglia della giovane per farla tornare e pagare il dovuto, ovvero la somma di 30.000 euro, e chiedendo di versare mensilmente 4.000 euro, fino all’estinzione del debito, così come concordato.