Momenti di tensione a Ventimiglia, dove alcuni migranti che si erano assiepati alla pinetina dei Balzi Rossi hanno forzato un cordone di polizia e hanno raggiunto gli scogli da dove si sono gettati in mare, raggiungendo lo spazio acqueo francese. Dei circa 300 profughi che hanno sfondato il cordone di polizia italiana, una parte ha raggiunto la Francia nuotando e un’altra parte correndo oltre confine e sfondando il cordone di polizia francese, riversandosi sulle spiagge piene di turisti, attraverso l’Aurelia. La Police nationale e la polizia italiana hanno sparato lacrimogeni e schiumogeni ma la corsa dei migranti non si è fermata. In seguito, un gruppo di migranti ha occupato una scogliera a Menton Garavan. I migranti, alcuni dei quali sono lievemente feriti, sono sorvegliati a vista dalla polizia francese. Uno dei profughi ha sventolato la maglietta bianca come a invocare una tregua.
A Ventimiglia come un anno fa, o quasi. Stanotte, dopo un’assemblea, trecento migranti, per la maggior parte di nazionalità sudanese, sono usciti per protesta dal centro della Croce Rossa, composto da container posti vicino ai binari della ferrovia. Proprio come la scorsa estate, i migranti sono andati a occupare gli scogli in località Balzi Rossi nel comune frontaliero. L’iniziativa, spiega uno degli attivisti in contatto con i migranti, che preferisce restare anonimo, è nata dal malcontento per le modalità con cui la Croce Rossa gestiva il campo a Ventimiglia. “A detta dei migranti – dice – posti letto e cibo erano insufficienti, e i solidali che avevano allestito un presidio informale con una cucina vicino alla struttura della CRI, sono stati sgomberati la settimana scorsa, cibo e cucina sequestrati. Tutti gli europei hanno ricevuto fogli di via”.
Così i migranti sono tornati a manifestare, ma quest’anno la risposta delle forze dell’ordine è stata tempestiva. “La polizia ha accerchiato il presidio e ferma e trattiene in commissariato chiunque cerchi di avvicinarsi: sono una quindicina i solidali europei che si sono uniti al gruppo di africani da stamane. Molti di loro, sia italiani che francesi, sono stati già portati in commissariato” afferma la fonte. “Non credo che ci sia la minima intenzione di permettere un campeggio come quello dell’anno scorso- prosegue- da allora, tutto è cambiato: la violenza del confine, il sistema di deportazioni, la collaborazione dell’Italia al sistema di Dublino. L’anno scorso avevamo una certa agibilità perchè all’Italia il campo faceva comodo. Con la politica degli hotspot, l’attitudine è cambiata. Complessivamente il dispositivo si è rafforzato molto, la repressione è progressivamente aumentata sui due lati. L’aria diventa pensante, anche sulle montagne: a Sospel, un paesino di 3mila anime che collega la Val Roya a Nizza, ci sono 60 militari”