Province, nella mini-finanziaria norma per superare censura di Palazzo Chigi
SICILIA Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo all’Ars. Si tratta dell’adeguamento della legge regionale sui liberi consorzi e sulle citta’ metropolitane alla ‘Delrio’
Sara’ inserita nel disegno di legge stralcio gia’ in esame all’Ars la norma finalizzata all’adeguamento della legge regionale sui liberi consorzi e sulle citta’ metropolitane alla ‘Delrio’, per superare i rilievi formulati dal governo nazionale. In particolare quello sul sindaco metropolitano che secondo Roma deve coincidere con i primi cittadini di Palermo, Catania e Messina. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo riunita oggi. La ‘mini-finanziaria’ diventa dunque piu’ pesante. Nella stessa normativa, peraltro, saranno inseriti altri emendamenti aggiuntivi: tre norme in materia di semplificazione amministrativa, un emendamento in materia di appalti sul quale pero’ dovra’ essere acquisito il parere preliminare della quarta commissione Ambiente e Territorio, e norme in materia di scuole paritarie. La Capogruppo ha decretato inoltre l’iscrizione all’ordine del giorno dell’Aula del Codice etico e il disegno di legge in materia di modifica alla legge elettorale dei Comuni, rinviato due settimane fa in commissione.
Come previsto, l’Ars ha incardinato la norma che recepisce i rilievi del Consiglio dei ministri sulla legge che disciplina la governance dei liberi consorzi. L’emendamento, firmato da tutti i gruppi politici ad eccezione di Lista Musumeci e M5s, corregge la legge del 4 agosto del 2015, impugnata dal governo nazionale. Il testo, cosi’, una volta approvato, si adeguera’ cosi’ alla riforma Delrio, stabilendo, dunque, che i sindaci di Palermo, Catania e Messina siano di diritto i sindaci delle citta’ metropolitana. Qualora il sindaco metropolitano cessi dalla carica, perche’ non piu’ sindaco del comune capoluogo, il vice sindaco rimane in carica fino all’insediamento del nuovo sindaco. La candidatura per l’elezione del presidente del libero consorzio comunale deve essere sottoscritta da almeno il 15% degli aventi diritto al voto.