Politica

Putin sostiene Harris. E apre al dialogo con l’Ucraina: “Non abbiamo mai rifiutato”

Nel corso del Forum Economico Orientale a Vladivostok, il presidente russo Vladimir Putin ha fatto una serie di dichiarazioni che hanno attirato l’attenzione della comunità internazionale. In particolare, ha espresso il suo sostegno alla vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, in vista delle prossime elezioni presidenziali di novembre. Le sue parole giungono a seguito delle accuse di interferenza elettorale mosse da Washington contro Mosca, accuse che il Cremlino ha prontamente respinto.

Putin ha motivato il suo sostegno a Kamala Harris facendo riferimento al presidente americano Joe Biden, il quale ha pubblicamente raccomandato ai suoi elettori di appoggiare la vicepresidente democratica. “Il presidente Biden ha raccomandato ai suoi elettori di sostenere la signora Harris, quindi anche noi la sosterremo”, ha affermato Putin durante il forum. Ha poi approfittato dell’occasione per criticare il rivale repubblicano di Biden, Donald Trump, ricordando come durante il suo mandato siano state imposte numerose sanzioni e restrizioni contro la Russia. Putin ha sottolineato come queste misure abbiano avuto un impatto significativo sui rapporti tra i due Paesi, evidenziando una distanza notevole tra Mosca e l’amministrazione Trump.

La resistenza delle forze russe nel Donbass

Putin non ha mancato di affrontare anche la questione della guerra in Ucraina, fornendo aggiornamenti sull’andamento delle operazioni militari russe nella regione del Donbass. Le forze ucraine, secondo quanto riportato dal presidente russo, avrebbero recentemente tentato di lanciare un’offensiva nella regione di Kursk con l’obiettivo di interrompere l’avanzata russa nel Donbass. Tuttavia, Putin ha dichiarato che questo tentativo non ha avuto successo. “L’obiettivo del nemico era di farci perdere il controllo, obbligandoci a spostare truppe da un settore all’altro e fermare la nostra offensiva in aree strategiche, principalmente nel Donbass”, ha dichiarato Putin. “Ma non ci sono riusciti.”

La Russia, infatti, continua a considerare la “liberazione” del Donbass come uno dei suoi obiettivi principali, un termine che Mosca utilizza per giustificare la presenza militare e le azioni aggressive nell’area. Secondo il leader russo, l’offensiva russa nella zona delle operazioni speciali non è stata contenuta, e le truppe del Cremlino continuano a consolidare le loro posizioni sul terreno. In particolare, Putin ha messo in evidenza come le forze ucraine abbiano cercato di sfruttare la situazione per deviare le forze russe in altre zone, ma non sono riuscite a frenare l’avanzata nel Donbass, area strategica per Mosca.

Apertura al dialogo con Kiev

Nonostante il clima di tensione e le operazioni militari in corso, Putin ha anche ribadito la sua disponibilità a intavolare negoziati con l’Ucraina. “Siamo pronti a negoziare con loro? Non abbiamo mai rifiutato”, ha detto Putin durante il forum economico, aggiungendo che la Russia è aperta al dialogo nel momento in cui Kiev manifesti un vero interesse a trattare.

Tuttavia, Putin ha specificato che qualsiasi nuovo ciclo di negoziati dovrà basarsi sulle conclusioni dei colloqui che hanno avuto luogo nella primavera del 2022 a Istanbul. Durante quei colloqui, la Russia e l’Ucraina avevano discusso potenziali accordi, ma il processo si era interrotto senza risultati concreti. Nonostante la disponibilità dichiarata da Putin, i termini che Mosca ha finora imposto, che includono il riconoscimento della sovranità russa sulle aree occupate, sono stati respinti da Kiev, in quanto equivalenti a una resa incondizionata. Questo ha creato uno stallo diplomatico che, almeno per ora, sembra difficile da superare.

Il ruolo delle forze armate russe e la difesa dei territori occupati

Oltre alla questione dei negoziati, il presidente russo ha enfatizzato il ruolo cruciale delle forze armate nella difesa dei territori occupati dall’Ucraina. In particolare, Putin ha parlato della sofferenza delle regioni di confine della Federazione Russa, che negli ultimi mesi sono state colpite da ripetuti attacchi provenienti dall’Ucraina, definiti dal leader russo come “attacchi terroristici”. Putin ha affermato che il “sacro dovere” delle forze armate russe è quello di difendere il territorio e di proteggere i cittadini russi dai pericoli rappresentati dagli attacchi ucraini.

“Prima di tutto, dobbiamo pensare alle persone che stanno attraversando gravi difficoltà e soffrono per questi attacchi terroristici”, ha dichiarato Putin, sottolineando che la priorità della Russia è garantire la sicurezza dei suoi cittadini nelle regioni più esposte al conflitto. Ha poi aggiunto: “Il sacro dovere delle forze armate è fare di tutto per cacciare il nemico da questi territori e proteggere in modo affidabile i nostri cittadini”. Le parole del presidente russo evidenziano una narrativa che dipinge l’intervento militare russo non solo come una questione di strategia politica, ma anche come una necessità morale e patriottica per difendere il popolo russo dai “nemici esterni”.

Politica estera e conflitti interni

Il discorso di Vladimir Putin al Forum Economico di Vladivostok ha toccato una vasta gamma di temi, dalla politica estera alle questioni militari. Le sue dichiarazioni a sostegno di Kamala Harris sembrano essere un tentativo di inserire la Russia nel dibattito politico americano, mentre le osservazioni sulla guerra in Ucraina e la disponibilità a negoziati riflettono la complessità della situazione sul campo.

Nonostante l’apertura formale al dialogo, le condizioni poste da Mosca sembrano difficilmente accettabili per l’Ucraina, mantenendo vivo il conflitto. Sul fronte interno, Putin ha rafforzato il messaggio di unità nazionale, chiamando le forze armate a difendere il paese dagli attacchi esterni, e dipingendo il conflitto in Ucraina come una lotta esistenziale per la Russia e il suo popolo. In un contesto di tensioni crescenti, sia sul piano interno che internazionale, le dichiarazioni di Putin offrono uno spaccato di come il Cremlino intende proseguire la sua strategia nel conflitto e nella geopolitica globale.

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