Putin: con me la Russia sarà più forte e i russi vivranno meglio

7 maggio 2018

Con Vladimir Putin “la Russia sarà più forte, i russi vivranno meglio”. Così il capo di Stato al suo quarto insediamento che ha visto anche un colpo di scena. Un ingresso meno trionfale del solito per il capo di Stato, che questa volta si è fatto riprendere mentre si alzava dalla sua scrivania per andare alla fastosa cerimonia. Un chiaro segno di continuità e semplicità. “Vi assicuro che lo scopo della mia vita, del lavoro, come prima, sarà servire le persone, la nostra patria. Per me, questo viene prima di tutto”. Putin, rieletto a marzo con oltre il 76% dei consensi, in automobile ha fatto il breve tratto tra l’amministrazione e il Gran Palazzo, all’interno delle mura rosse. La cerimonia di insediamento è iniziata al Cremlino a mezzogiorno locale (le 11.00 in Italia) ed è durata circa un’ora.

Scenario tradizionale, con alcune differenze rispetto al passato: il presidente eletto attraversa tre grandi sale che accolgono gli ospiti, sale sul podio e con la mano destra su una copia della Costituzione, pronuncia il giuramento. Subito dopo si rivolge ai cittadini con un breve messaggio, ed esce sulla Piazza delle cattedrali, all’interno delle mura del Cremlino. Come molti analisti avevano previsto, Putin ha proposto il capo del governo uscente Dmitry Medvedev come nuovo premier. E come previsto dalla Costituzione, il governo si e’ dimesso e i ministri resteranno in carica fino alla formazione del nuovo esecutivo, che avverra’ in tempi rapidi.

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Putin divenne presidente nel 2000 e nel 2004 fu rieletto per un nuovo mandato. Non ha partecipato alle elezioni del 2008 perché, secondo la Costituzione, la stessa persona non può candidarsi per tre mandati consecutivi. Sostenendo Dmitry Medvedev come candidato alla presidenza, Putin ha assunto la carica di primo ministro nel maggio 2008. Nello stesso anno, la Costituzione è stata modificata, secondo la quale il presidente è ora eletto non per quattro, ma per sei anni. Putin ancora una volta è diventato capo di stato nel 2012 e nel 2018 ha vinto le elezioni con un sostegno record: per lui hanno votato oltre 56,4 milioni di elettori. Dopo l’insediamento, il presidente ha il diritto di presentare alla Duma di Stato la candidatura del primo ministro affinché venga presa in considerazione e votata. E questa volta molti si attendono novità dal nuovo governo. Alcune novità però avvolgono questo quarto insediamento. Per la prima volta Putin assume la carica di presidente come scapolo, dopo il divorzio nel 2013 dalla sua ex moglie Lyudmila.

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Inoltre quando il predecessore Boris Eltsin entrò in carica, la cerimonia si svolse nel Palazzo dei Congressi del Cremlino, ed è solo dal 2000 che si tiene nelle sale di rappresentanza del Gran Palazzo del Cremlino: Andrea, Alessandro e San Giorgio. Alla cerimonia, presenziano membri del governo, i deputati della Duma e il Consiglio della Federazione, i capi dell’amministrazione presidenziale, i giudici della Corte costituzionale, il corpo diplomatico. “Giuro di esercitare i poteri del Presidente della Federazione Russa, rispettare e proteggere i diritti umani e le libertà dei cittadini, di osservare e proteggere la Costituzione della Federazione Russa, di proteggere la sovranità e l’indipendenza, la sicurezza e l’integrità dello Stato, di servire fedelmente il popolo”. Queste le parole del giuramento di Putin. Subito dopo il presidente della Corte costituzionale ha annunciato l’insediamento del presidente consegnandoli i simboli del potere e poi è stato suonato l’ inno della Russia. Alla fine della cerimonia, dal lato del terrapieno del Cremlino, sparate 30 raffiche solenni con cariche a salve di artiglieria.

Il primo mandato

In 18 anni alla guida del Paese, Vladimir Putin ha cambiato profondamente la Russia, sia sul piano interno che su quello internazionale. Durante il suo primo mandato (2000-2004), si e’ focalizzato prima di tutto sulla politica interna. Il Paese, solo due anni prima, era andato in default e si avviava alla ricerca di una nuova identita’ dopo i 70 anni del regime sovietico, la sregolatezza e liberta’ degli anni ’90, quando l’agognata liberta’ aveva portato anche profonda poverta’. I temi al top della sua agenda in questi anni sono la guerra contro i separatisti in Cecenia e gli oligarchi dell’era Eltsin, interessati a espandere la loro influenza politica. Con la seconda guerra cecena, Putin si conquista il titolo di “uomo d’azione”, ma la Russia e’ accusata di violazione dei diritti umani e successivamente la Corte di Strasburgo condanna la Federazione Russa per le violazioni del diritto alla vita. Nel 2002, il sequestro del teatro Dubrovka, a Mosca, da parte di un commando di terroristi ceceni finisce dopo tre giorni, con un blitz delle forze russe, in cui 129 dei 912 ostaggi rimangono uccisi. A luglio del 2000, stringe un patto informale con i miliardari russi: non avrebbe interferito con il loro business o rinazionalizzato le risorse di Stato da loro acquisite, se si fossero tenuti fuori dalla politica. Mikhail Khodorkovsky, allora uomo piu’ ricco di Russia e patron della societa’ petrolifera Yukos, infrange il patto: nel 2003, il miliardario viene arrestato per frode e il suo caso si chiude solo dopo 10 anni di carcere, quando Putin lo grazia.

Il secondo mandato

Il suo secondo mandato consecutivo inizia nel 2004 (fino al 2008). Continua a concentrarsi sulle questioni interne e inizia a stringere la presa sui media. Il 7 ottobre 2006, giorno del suo compleanno, la reporter Anna Politkovskaya, famosa per i reportage sulle violazioni dei diritti umani commesse dai russi in Cecenia, viene uccisa nel suo condominio. Il Cremlino ha sempre negato ogni coinvolgimento, sminuendo il ruolo e l’incisivita’ della giornalista. Poche settimane dopo, a Londra, viene ucciso con polonio radioattivo la ex spia russa dissidente, Aleksandr Litvinenko. Uno dei momenti piu’ drammatici di questi anni e’ il sequestro di Beslan, quando a settembre 2004, terroristi ceceni prendono in ostaggio maestre, genitori e bambini, finche’ non irrompono le teste di cuoio in un blitz, che fa oltre 330 morti, soprattutto tra i piccoli alunni, e mette sotto accusa l’operato di Mosca. Sempre nel 2006, e’ il primo capo di Stato russo a visitare l’Africa sub-sahariana e l’anno successivo e’ “Persona dell’anno” per la rivista Time. Durante i suoi primi due mandati, il Pil russo aumenta del 70% e gli investimenti crescono del 125%. La crisi economica del post-comunismo e’ ormai alle spalle e Putin, a capo di un immenso Paese ricco di idrocarburi, cavalca l’era del super-barile. Nel 2008, impossibilitato dalla Costituzione a ricandidarsi, facilita la salita al potere del delfino Dmitri Medvedev, allora primo ministro. In un’operazione, poi ribattezza “arrocco”, i due si scambiano le poltrone, il tutto sempre attraverso elezioni formalmente democratiche. Arriva, pero’, la crisi finanziaria globale. L’economia russa, dipendente dagli investimenti esteri, ne risente particolarmente e si scopre pericolosamente legata all’industria dell’oil & gas. Ad agosto dello stesso anno, Mosca intraprende una guerra lampo contro la Georgia e la vince. Nel 2011, i due leader nelle elezioni del febbraio 2012 si scambieranno di nuovo le poltrone, suscitando pero’ l’indignazione di parte della societa’ russa, che scende in piazza per mesi chiedendo un cambiamento e un sistema politico piu’ aperto.

Il terzo mandato

Il terzo mandato di Putin inizia nel 2012, quando viene eletto con circa il 64% dei voti, tra accuse di brogli e manipolazioni. Questa volta il mandato dura sei anni, invece di quattro perche’ nel frattempo e’ stata cambiata la Costituzione. A marzo 2014, concluse le Olimpiadi invernali di Sochi e dopo la destituzione del presidente ucraino Viktor Yanukovich dopo massicce proteste di piazza, Putin spiazza il mondo intero e annette la Crimea, con un referendum popolare mai riconosciuto dalla comunita’ internazionale. La mossa russa fa scattare sanzioni internazionali contro la penisola sul Mar Nero e contro Mosca. Le misure punitive vengono ulteriormente inasprite a luglio, dopo l’abbattimento da parte dei separatisti filo-russi dell’est Ucraina, dell’aereo di linea della Malaysia Airlines. La Russia risponde con l’embargo su molte categoria di prodotti alimentari importate dall’Occidente e rilancia la sua alleanza con la Cina, per uscire dall’isolamento. A febbraio 2015 viene ucciso a pochi passi dalla piazza Rossa l’ex vice premier e oppositore politico Boris Nemtsov. A settembre dello stesso anno, all’Assemblea generale Onu a New York, Putin incontra Barack Obama per la prima volta, dopo il varo delle sanzioni e i due discutono di Ucraina e Siria. Pochi giorni dopo, la Russia entra in guerra in Siria a fianco del presidente Bashar al-Assad, a cui fornisce appoggio aereo. A gennaio 2017, dopo l’elezioni a sorpresa di Donald Trump alla Casa Bianca, l’intelligence statunitense pubblica un rapporto secondo cui il Cremlino ha ordinato una campagna per favorire la vittoria di Trump, screditando la democratica Hillary Clinton. Putin nega le accuse, chiedendo prove concrete. I rapporti tra i due Paesi, anche a causa del Russiagate, si sono fatti solo piu’ tesi tra nuove sanzioni, espulsioni di diplomatici, chiusure di consolati e frizioni in Siria.

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