L’annuncio è avvenuto dopo che il leader russo aveva accolto i capi di stato di Bielorussia e Kazakhstan, di Armenia e Kirgizistan. L’evento al Cremlino, è un passo storico per le rispettive economie. Ma per i detrattori dell’era Putin, si tratta di un passo indietro, sulle orme della ricostituzione dell’ex Urss, quando proprio oggi il ministro russo degli Esteri Sergey Lavrov ha attaccato Kiev per la decisione di rinunciare allo status di Paese non allieneato: un chiaro movimento di avvicinamento verso la Nato per l’Ucraina di Petro Poroshenko. Ma è chiaro che a fronte di rapporti sempre più complicati con Kiev e l’Unione europea, quello che era un processo di consolidamento già avviato, in parte dello spazio ex sovietico, si trasforma in un rituale inevitabile. “La riunione conclusiva si è tenuta in un’atmosfera produttiva” ha detto Putin, durante l’annuncio alla stampa del lancio della nuova unione, avvenuto nella sala di malachite nel Gran Palazzo del Cremlino.
Per Putin “il lavoro comune” non è stato semplice ma ora si passa “a una fase di integrazione più profonda. Tutti i partecipanti del processo di integrazione sentono già gli effetti di tale processo”. Produzione industriale, agricoltura, trasporti, e successivamente energia rientreranno negli accordi di mercato comune, ma a scaglioni. L’intenzione è avere già dal 2017 un mercato comune dell’energia elettrica e successivamente quello del petrolio e di altri tipi di energia. “Noi sappiamo dove ci troviamo, quali sono i punti deboli e i punti di forza”, ha detto Putin. “È stato appena firmato il trattato di adesione del Kirghizistan” ha annunciato. “Siamo convinti che l’adesione di Armenia e Kirghizistan nell’Unione economica eurasiatica corrisponde agli interessi fondamentali nazionali di questi paesi “, ha detto il leader russo.
L’ingresso di Armenia e Kirgizistan non sarà tuttavia immediato, ma non sarà neppure così lento. E come ha detto Almazbek Atambayev, presidente kirgizo, “il fatto che noi firmiamo per l’adesione all’Unione euroasiatica il 23 dicembre, è significativo. Ieri è stata la notte più lunga e io spero che per noi dopo di questo tornerà ad allungarsi il tempo per la luce”.
Un intervento marcatamente politico è stato quello di Nursultan Nazarbajev. Il capo di stato kazako ha definito “l’Unione economica, importante sul piano strategico” sia per “l’uomo comune” che “per gli interessi dei popoli”, nonchè segno di “fiducia tra i nostri paesi e popoli”. Per poi aggiungere che la politica Ue delle sanzioni, può influire nella creazione dell’unione eurasiatica, ma noi queste le minacce le avevamo previste” per poi aggiungere: “Dobbiamo fare di tutto perché la nostra unione diventi un esempio attraente di unione economica”.
Più pittoresco è stato invece l’intervento di Aleksandr Lukasehnko. Il presidente bielorusso ha spiegato che la sua leadership a Minsk non è in discussione. Anzi quanto alla sua candidatura al prossimo mandato, Lukashenko ci ha tenuto a ribadire che si candiderà “se voglio, anche se tutto il mondo sarà contro di me”. Molte le risate in sala per quello che è stato l’intervento più pittoresco. Dopo di lui il presidente dell’Armenia Serzh Sargsyan, ha si è limitato ad augurare a tutti buon lavoro. Lo stesso Putin, successivamente, tirando le conclusioni del discorso e augurando Buon anno a tutti, ha chiosato: “avete potuto voi stessi constare quanto è difficile lavorare insieme di questi tempi”.