Putin e il Natale ortodosso dei moscoviti senza neve

7 gennaio 2020

Pensieroso, con cardigan decisamente natalizio e circondato dai bambini. Per il terzo anno consecutivo, Vladimir Putin ha celebrato il Natale ortodosso – che si festeggia nella notte tra il 6 e il 7 gennaio – nella sua San Pietroburgo. E per la terza volta (2012, 2019, 2020) ha partecipato alla messa nella Cattedrale della Trasfigurazione.

Per la verità un Natale ortodosso un po’ strano quello di quest’anno, come lo stesso dicembre e il Capodanno (festività altrettanto importante per i russi): tutti senza neve. I moscoviti si struggono, si moltiplicano i messaggi sui social – Natale non è Natale, così, dicono tutti – ma intanto finalmente è finito il digiuno che prevede la tradizione e si procede, affrontando la tavola imbadita, benedetti anche da Papa Francesco che oggi ha rivolto “un pensiero particolare ai fratelli delle Chiese Orientali”.

Ma perchè i russi festeggiano così in ritardo la nascita di Cristo? La data del 7 gennaio non è dovuta a una volontà scismatica, ma per un motivo meramente pratico. La maggior parte delle chiese ortodosse – anche quella serba o di Cipro – utilizzano il calendario giuliano, creato sotto il regno di Giulio Cesare nel 45 a.C., e non hanno adottato il calendario gregoriano, voluto da papa Gregorionel 1582.

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