Per la seconda volta nella giornata è risuonato l’allarme aereo in tutta l’Ucraina. Le sirene hanno iniziato a suonare in particolare nelle regioni di Kiev e Leopoli e poi si sono estese a tutto il resto del paese. L’esercito russo ha attaccato oggi Kramatorsk, nella regione di Donetsk, ha riferito il sindaco Oleksandr Honcharenko, precisando che “tre razzi hanno colpito la zona industriale. Secondo le prime informazioni, non ci sono state vittime”.
Intanto, la Russia non risparmierà nessuno sforzo per raggiungere gli obiettivi dell’operazione speciale in Ucraina e abbattere “il regime nazionalista” di Kiev, fa sapere il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev in un articolo sulla Rossiyskaya Gazeta, secondo quanto riferisce la Tass. “Faremo del nostro meglio per raggiungere l’obiettivo dell’operazione militare speciale, in modo che il regime disgustoso dei nazionalisti di Kiev cessi di esistere. Oggi, nessuno tranne noi può farlo. Iniziare l’operazione speciale è stata una decisione difficile ma necessaria”, ha puntellato l’ex presidente.
Il presidente russo Vladimir Putin, tra l’altro, si è detto “sicuro al 100%” che la Russia distruggerà i missili Patriot statunitensi inviati in Ucraina. “Siamo pronti a trattare con tutti” gli attori coinvolti nel conflitto in Ucraina, “su alcuni punti accettabili, ma dipende da loro in quanto non siamo noi a rifiutare i negoziati, ma loro”, ha poi detto il leader del Cremlino in un’intervista alla tv nazionale.
Volodymyr Zelensky, dal canto suo, terrà il discorso di fine anno sulla situazione nel paese di fronte ai deputati in parlamento (la Verchovna Rada). Un discorso, quello del presidente ucraino previsto per la fine dell’anno ma per motivi di sicurezza, le autorità non faranno conoscere l’ora. L’anno scorso, il messaggio annuale di Zelensky si tenne il primo dicembre. Anche la data del Natale entra in qualche modo nel conflitto in Ucraina. Quest’anno è cresciuta la percentuale dei cristiani ucraini che festeggiano oggi 25 dicembre e che dunque non vogliono più celebrare il Natale il 7 gennaio, la data propria degli ortodossi e in generale dei fedeli in Russia. E’ quanto risulta dai siti di informazione religiosa ucraini. Secondo un’indagine della società Rating, quasi un ucraino su due (il 44%) vorrebbe per il Natale l’unica data del 25 dicembre.
Sul fronte diplomatico, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che per quanto riguarda la guerra in Ucraina l’Occidente ha solo intensificato le provocazioni e non ha cercato di mediare. “Sfortunatamente, l’Occidente ha attivato solo elementi di provocazione e non ha cercato di essere un mediatore”, ha detto Erdogan in una riunione con i giovani a Erzurum. “Nella fase di mediazione, noi, come Turchia, abbiamo assunto questo ruolo nel 2022 con il corridoio per il grano nel Mar Nero”, ha poi osservato Erdogan.