Portare vivo o morto a Mosca il leader dello Stato Islamico (Isis) Abu Bakr al Baghdadi. Sarebbe questo l’ordine impartito dal presidente Vladimir Putin ai generali russi che dirigono la guerra lanciata contro l’organizzazione terroristica in Siria. Lo riferisce l’agenzia stampa iraniana “Tansim News” che cita una fonte del Cremlino definita “ben informata”. Il capo di Stato russo ha chiesto “al comando che ha il compito di gestire la missione contro l’Isis di portare vivi i leader dell’organizzazione, in primis il Califfo Nero, Abu Bakr al Baghdadi. Secondo questa fonte, lo vorrebbe “giustiziato, e il cadavere esposto in pubblico”, cosa peraltro impossibile, dato che in Russia la pena di morte è sospesa per una moratoria decisa nel 1996.
Comunque, il capo del Cremlino, riporta sempre l’agenzia Tansim, “nel caso non fosse possibile prenderli vivi, avrebbe chiesto di portare in Russia “almeno le salme.” Per l’agenzia iraniana, la richiesta di Putin di portare il Califfo a Mosca “mira a mettere in imbarazzo gli Stati Uniti ed evidenziare il fallimento della Coalizione internazionale” che gli Usa guidano da oltre un anno proprio contro l’organizzazione che fa capo ad al Baghdadi. Tansim riporta inoltre che il portavoce del ministero della Difesa russa, Igor Konashinkov, ha affermato che “le forze aeree russe ora si stanno dirigendo direttamente alla principale roccaforte dell’organizzazione per colpire la città di Raqqa principale base dell’Isis”.