Qatargate, Avramopoulos nel mirino della Commissione Ue: “C’è tanto da chiarire”

Qatargate, Avramopoulos nel mirino della Commissione Ue: “C’è tanto da chiarire”
Dimitris Avramopoulos
21 dicembre 2022

La Commissione europea scriverà all’ex commissario agli Affari interni e l’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, “per chiedere ulteriori informazioni su come ha rispettato le condizioni per le sua attività dopo la fine del suo mandato”, che erano state fissate da un’autorizzazione specifica del Comitato etico indipendente della Commissione stessa, ha detto il portavoce capo della Commissione, Eric Mamer. Inoltre, Avramopoulos dovrà chiarire “in che modo ha rappresentato gli interessi della Ong per cui ha lavorato”, ovvero ‘Fight Impunity'”, fondata dall’ex eurodeputato Antonio Panzeri, al centro dello scandalo “Qatargate”, in particolare “tra il momento dell’autorizzazione e la scadenza del periodo di riflessione (‘cooling-off period’) di due anni” dal momento in cui ha lasciato l’Esecutivo comunitario, ovvero fra il 10 dicembre 2020 e il 30 novembre 2021. Avramopoulos ha dichiarato di avere lavorato per “Fight Impunity” con una paga mensile di 5.000 euro lordi tra il febbraio 2021 e febbraio 2022, per un totale di 60.000 euro, e di aver regolarmente pagato in Grecia le tasse su questa cifra.

“Abbiamo condotto delle verifiche interne e in effetti – ha riferito Mamer – abbiamo notato che Avramopoulos ha visitato la Commissione” dopo la fine del suo mandato, “in particolare il 15 e 16 novembre 2021, per brevi visite di cortesia ai suoi ex colleghi ancora in carica, alla commissaria che ha ora il suo portafogli, Ylva Johansson, e alla responsabile della Salute, Stella Kyriakides, sua amica. In nessuno di questi incontri, per quel che sappiamo, l’ex commissario ha rappresentato l’Ong per cui aveva richiesto l’autorizzazione di poter collaborare; inoltre, ha anche incontrato dei suoi ex colleghi in privato, soprattutto quando si sono recati in Grecia”. Il portavoce ha poi precisato che la Commissione non ha mai finanziato in alcun modo “Fight Impunity”, né avuto rapporti contrattuali con l’Ong, che non era iscritta nel Registro di trasparenza delle istituzioni europee, al contrario di quanto è avvenuto per l’altra organizzazione umanitaria nel mirino delle indagini in corso, “No Peace Without Justice”, che invece era nel Registro.

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“Stiamo verificando i dettagli, ma con quest’altra Ong – ha riferito ancora Mamer – abbiamo lavorato per diversi anni, con un certo numero di sovvenzioni e contratti, in gran parte prima di questo mandato” della Commissione; e sono contratti che, “per quanto ne so, sono stati rispettati in modo soddisfacente”. Comunque, i pagamenti a “No Peace Without Justice”, e la sua iscrizione al Registro di trasparenza, “sono stati sospesi a partire dal 13 dicembre scorso”, in attesa delle conclusioni delle indagini in corso, ha precisato. “Non abbiamo ancora inviato la lettera, ma credo che quando la riceverà Avramopoulos abbia interesse anche lui a rispondere e a fornire al più presto i chiarimenti richiesti”, ha aggiunto il portavoce della Commissione.

Quanto ai rapporti dell’Ue con il Qatar, infine, Mamer ha puntualizzato che non sono cambiati a causa dell’inchiesta sul “Qatargate”, (anche se il Parlamento europeo ha temporaneamente sospeso tutti dossier legislativi che riguardano il paese del Golfo e l’accesso all’Istituzione per i suoi rappresentanti). “Non sono al corrente – ha detto il portavoce – di una anormalità nelle relazioni tra l’Ue e il Qatar. C’è un’indagine giudiziaria in corso, che non è ancora conclusa”, ma comunque “l’Ue ha relazioni diplomatiche con il Qatar”, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen “ha ricordato recentemente che noi lavoriamo con il Qatar su questioni globali, bilaterali e internazionali; e questo continua”, ha concluso il portavoce.

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