Quagliariello: nessun ricatto poniamo problema che va risolto
NCD TREMA Ora il partito di Alfano alza la voce anche sull’Italicum. Il coordinatore: “Quella legge ci cancellerà” di Maurizio Balistreri
di Maurizio Balistreri
“Quello sull’Italicum e sul premio alla coalizione non è né un ricatto né una minaccia, le riforme vanno avanti. Ma se un alleato leale come noi siamo sempre stati pone un problema che riguarda la sua identità e la stessa possibilità di esistere e ci viene risposto ‘chi se ne frega, affari vostri’, si tratta di un fatto politicamente grave. Io mi aspetterei che da parte degli alleati di governo ci si dica ‘c’è un problema, risolviamolo insieme'”. Lo ha affermato Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale di Ncd, intervenendo su Canale 5 a ‘La Telefonata’ di Maurizio Belpietro. “In tanti nel Gruppo a cui appartengo -ha aggiunto- ritengono, come me, di non poter aderire né a una lista lepenista né tanto meno a una lista socialdemocratica, perché si sentono occidentali in politica estera, liberali in economia e cristiani nei principi. La nostra dunque è una battaglia di identità, di autonomia politica, di indipendenza, che serve a noi ma serve anche all’Italia. D’altra parte l’autonomia non è né un pranzo di gala né un’ordinazione a la carte, ma va conquistata. Per questo la battaglia va avanti, augurandoci -ha concluso Quagliariello- con riferimento al ministro Boschi secondo la quale i senatori di Ncd ‘saranno saggi, che la saggezza sia condivisa”.
Insomma, per il coordinatore di Ncd “serve una modifica della legge elettorale”, precisando che chi “ci si accusa di aver cambiato idea, ma non è così”. “Quando è stato approvato l’Italicum – ha osservato Quagliariello – non potevamo prevedere che un’area politica, l’area che ci eravamo prefissi di rifondare, sarebbe stata egemonizzata da un leader lepenista e da posizioni improponibili su Europa e immigrazione, per cui oggi il sistema si va strutturando intorno alle leadership di Renzi, di Grillo e di Salvini e, a legge elettorale vigente, intorno alle loro liste. Anche aggregandosi, per le forze popolari in un sistema tripolare sarebbe impossibile sopravvivere autonomamente perchè a ridosso delle elezioni noi saremmo completamente schiacciati dai contrapposti appelli della sinistra e della destra estrema per impedire che al ballottaggio con Grillo vadano gli avversari”.