Quanto ci costa la cultura? Stipendi, e spese del Mibac

16 febbraio 2014

Quanto si spende effettivamente in Italia per la cultura? I dati statistici recentemente forniti dalle istituzioni europee ci dicono che la spesa media nazionale, 1,1%, è ben sotto alla media europea che si attesta al 2,2%. Un dato preoccupante se si considera l’immenso patrimonio di beni culturali diffusi in ogni dove del nostro paese e le annesse opportunità che un’adeguata gestione degli stessi potrebbe comportare in termini occupazionali ed economici. Ecco il punto. Un’adeguata gestione. Possiamo definire adeguato un apparato ministeriale che nulla ha da invidiare all’amministrazione prefettizia napoleonica e che assorbe abbondante parte delle risorse finanziarie destinate alla valorizzazione dei beni culturali? Vediamo, dunque, alcune delle cifre aggiornate al 2012 del ministero per i Beni e le Attività Culturali e dallo stesso MIBAC messe a disposizione. Una struttura radicata nel territorio sì, ma che arriva a contare:

10 Centri di responsabilità amministrativa;
17 Direzioni regionali;
34 Servizi dirigenziali centrali;
22 tra Istituti centrali, nazionali e Istituti dotati di speciale autonomia;
124 Uffici dirigenziali di II fascia periferici tra Soprintendenze, Biblioteche, Archivi di Stato e Sovrintendenze archivistiche;
100 Uffici periferici quali unità organizzative non dirigenziali per una dotazione organica totale che si articola come segue:
29 dirigenti I fascia,
194 dirigenti di II fascia;
21.232 unità di personale non dirigenziale.

Ragionando sul totale annuo lordo percepito dalle fasce dirigenziali, possiamo osservare che i dirigenti appartenenti alla prima fascia percepiscono una cifra pari a circa 167.000 euro, con lo stipendio del Segretario generale che ammonta a 194.453,21 euro, laddove lo stipendio dei dirigenti di seconda fascia si attesta sui 78,968,51 euro con alcuni picchi che raggiungono i 115.199,09 euro annui. Cifre importanti, che dovrebbero essere giustificate da curricola più che eccellenti e da indiscusse capacità manageriali soprattutto in un periodo di carestia come quello in corso. Cifre che dovrebbero limitare il frequente e spesso oneroso ricorso a esperti e consulenti esterni. Veniamo, infine, al bilancio. Le risorse finanziarie assegnate al ministero con bilancio di previsione per l’anno finanziario 2012 sono pari a euro 1.687.429.482 di cui 1.371.409.968 euro destinati alle spese correnti, 306.316.576 alle spese in conto capitale 9.702,938 quale rimborso del debito pubblico. Analizzando nel dettaglio le spese correnti scopriamo che le spese da destinare al funzionamento delle strutture, tra le quali rientrano, come specificato dallo stesso ministero, “stipendi e oneri accessori al personale, luce, acqua, gas, riscaldamento, climatizzazione, servizi igienico-sanitari, pulizie, cancelleria, strumentazione, ecc.”, sono pari a 869.043.350 euro. Grosso modo il 50%, al quale vanno aggiunti gli oneri comuni di parte corrente pari a 105.327.351: il resto da destinare agli interventi. Quanto rimane, dunque, in Italia per la valorizzazione dei beni e delle attività culturali? www.tafter.it

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