“Devo portarlo nell’hangar, Joe”? “Gli diamo prima una spolverata”. Con questa battuta tra il comandante dello Space Shuttle Columbia, John Young e il capcom della Nasa, Joe Allen, il 14 aprile del 1981 si concludeva sulla pista polverosa della base aerea di Edwards, nel deserto del Mojave, in California (Usa) la missione spaziale Sts-1, il primo volo in assoluto di uno Space Shuttle. Era la prima volta che un’astronave dopo essere stata nello Spazio rientrava sulla Terra, planando come un aliante, senza motore, pronta per essere utilizzata per un nuovo volo. Ai comandi del Columbia, un veterano d’eccellenza, John Young unico comandante di Shuttle ad aver anche camminato sulla Luna (con l’Apollo 16). Al suo fianco, il pilota Robert Crippen, al suo primo volo. Furono loro i pionieri che aprirono la strada all’era dei voli spaziali con veicoli riutilizzabili.
La missione Sts-1 era cominciata poco meno di 3 giorni prima, il 12 aprile del 1981, 20esimo anniversario del primo volo nello Spazio di Juri Gagarin. Young e Crippen volarono con il Columbia per 2 giorni, 6 ore, 20 minuti e 53 secondi, percorrendo oltre un milione e 600mila Km e 36 orbite attorno alla Terra. In orbita aprirono la cargo bay e testarono per la prima volta tutti i sistemi di controllo della navetta spaziale che, dopo quel volo, andò altre 27 volte nello Spazio prima di rimanere distrutta, il primo febbraio del 2003, in un tragico incidente al rientro nell’atmosfera terrestre, uccidendo tutti e 7 gli uomini dell’equipaggio. Una curiosità, nel primo volo Young e Crippen avevano dei sedili eiettabili, tipo quelli dei jet, da usare in caso di problemi che, però, dopo la quarta missione furono tolti perché ritenuti inutili e troppo ingombranti. In tutto furono costruiti 5 Shuttle più un prototipo per i soli test di volo atmosferico, l’Enterprise: 2 esemplari, Columbia e Challenger sono andati distrutti, gli altri, dopo il pensionamento nel 2011, si trovano in diversi musei negli Stati Uniti.