Nuova tempesta annunciata sul Movimento 5 stelle: quattro europarlamentari lasciano. Ignazio Corrao, Rosa D’Amato, Eleonora Evi e Piernicola Pedicini, da tempo in dissenso col gruppo sulle politiche europee per l’allineamento su molti dossier agli orientamenti dei gruppi maggiori come popolari e socialisti, si dimettono dopo l’apertura di una nuova procedura disciplinare a loro carico: “La firma sull`atto di espulsione – scrive Pedicini su Facebook – sarà sicuramente quella di un reggente Capo Politico, esperto di censura e mai eletto da nessuno, che trattiene illegittimamente il suo ruolo di reggente da quasi un anno oltre i 30 giorni previsti dallo stesso regolamento. Ma tant`è! Con questo mio post proverò a toglierlo dall`imbarazzo perché non sono il tipo che si fa cacciare, piuttosto vado via da solo!”. I quattro sono considerati dei probabili nuovi iscritti all’eurogruppo dei Verdi (che domani terranno una riunione interlocutoria sul tema).
Le voci dei parlamentari che si espongono a sostegno del vertice e contro i dissidenti (tra gli altri Giuseppe Brescia e Andrea Cioffi) chiedono che le dimissioni siano estese alla carica parlamentare. Durissimo, addirittura sprezzante il commento informale diffuso dalle fonti del gruppo M5S a Bruxelles: “I quattro europarlamentari che lasciano il Movimento 5 stelle da tempo non partecipavano alle riunioni di delegazione e copiavano la lista dei voti di un altro partito senza confrontarsi con il resto della delegazione. Uno di loro, nel 2017, quando due colleghi avevano lasciato il Movimento 5 Stelle per aderire ad altri gruppi, aveva commentato: `se non si dimettono avranno la stessa credibilità di Scilipoti`. Ebbene, la storia purtroppo si ripete. I quattro europarlamentari, se vogliono essere coerenti con loro stessi, prima di entrare nei Verdi dovrebbero dimettersi, ricandidarsi con loro e farsi rieleggere, così come farebbe chi rivendica di essere il custode dei valori del Movimento 5 stelle. La delegazione adesso è più unita e compatta che mai e continuerà a lavorare per difendere gli interessi italiani in Europa”.
In un lunghissimo post su Facebook, Corrao previene la consueta campagna contro i fuoriusciti, ribaltando l’accusa di “tradimento” sui vertici del M5S: “Si dovrebbe dimettere – tuona – che sta utilizzando da mesi la comunicazione del fu Movimento 5 stelle per confondere e disinformare i cittadini (negli ultimi mesi ci sono decine e decine di esempi di tentativi di giustificare l’ingiustificabile e di spostare l’attenzione altrove). A me sembra nettamente più grave imporre un cambio di politica in corso (peraltro senza alcun confronto democratico). Quindi se qualcuno dovrebbe dimettersi è proprio chi sta facendo questo, lasciando attraverso le continue giravolte senza rappresentanza milioni di cittadini che ci hanno votato per fare qualcosa di diverso rispetto a quello che hanno sempre fatto centrodestra e centrosinistra, cittadini che hanno votato un programma e sono rimasti orfani di rappresentanza”.
Si consuma una rottura, almeno per il momento, anche con l’ala dei “critici” M5S capeggiata da Alessandro Di Battista (della quale fanno parte diversi parlamentari che si farebbe fatica a immaginare in avvicinamento ai Verdi europei): “Sei una persona per bene e sei un amico – scrive l’ex deputato laziale in un commento sotto il post di Corrao – e per me l’amicizia così come la riconoscenza è un grande valore. E’ stato un onore aver fatto battaglie e migliaia di km insieme a te. Questa vostra scelta mi dispiace e come ti ho detto tante volte per me è un errore. Ad ogni modo è la tua vita. In bocca al lupo”. Prossimo passo, quindi, il via libera dei Verdi a Bruxelles, che dovrebbe essere favorevole (tedeschi compresi). Le resistenze nl partito ambientalista sono dovute a “un problema con l’organizzazione interna del M5S, non alle persone degli eurodeputati, che oltretutto votano molto spesso come noi” spiega ad Askanews Philippe Lamberts, co-presidente del gruppo ambientalista. Il fatto che i quattro transfughi abbiano lasciato il Movimento fa cadere quel problema.