Quattro regioni in zona rossa, scatta il lockdown e non senza sorprese

Quattro regioni in zona rossa, scatta il lockdown e non  senza sorprese
5 novembre 2020

Dopo un’ulteriore giornata di trattative – e di discussioni – Giuseppe Conte annuncia l’elenco di regioni che, da venerdì, finiscono nelle zone rosse e arancione. E, rispetto alle voci delle ultime ore, c’è qualche sorpresa. In una situazione di sostanziale lockdown ci sono quattro regioni: Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, mentre un “lockdown leggero” tocca a Puglia e Sicilia. La Campania, contrariamente ai `pronostici’, finisce nella zona gialla, quella cioè di tutte la altre regioni d’Italia che prevede il coprifuoco dalle 22. La zona verde, invece, non c’è perché – ha spiegato Conte – il virus corre troppo e non ci sono aree tranquille in questo momento.

Nelle zone rosse sarà chiuso quasi tutto: stop a ristoranti e negozi (tranne quelli che vendono generi di prima necessità). Inoltre, è vietato uscire ed entrare dalle regioni ma anche spostarsi all’interno della regione stessa se non per motivi di salute, lavoro o necessità, da riportare nell’autocertificazione. La scuola sarà solo a distanza, anche se resta la “la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia richiesto l’uso di laboratori o sia necessaria in ragione della situazione di disabilità dei soggetti coinvolti e in caso di bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata”.

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Nelle aree arancione ci sono Puglia e Sicilia, qui verranno chiusi i ristoranti, ma non i negozi. Non si potrà uscire dalla regione, e nemmeno entrare, ed è vietato anche lo spostamento da un comune all’altro, sempre facendo salvi i motivi di lavoro, studio, salute, etc… Le altre regioni d’Italia sono zone “gialle” e non “verdi”, come ha spiegato il premier “perché il virus corre” e non ci sono aree verdi in questo momento. Nel resto d’Italia, appunto, dopo le dieci di sera si potrà uscire di casa solo per “comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità ovvero per motivi di salute” e in generale, anche di giorno, resta la “forte raccomandazione a restare a casa”, sempre con l’eccezione degli spostamenti di lavoro, per motivi di salute e via dicendo.

Vengono poi chiusi mostre e musei in tutto il Paese. La scuola sarà in presenza fino alla terza media, mentre per le superiori scatta la didattica a distanza per tutti, anche in questo caso facendo “salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia richiesto l’uso di laboratori o sia necessaria in ragione della situazione di disabilità dei soggetti coinvolti e in caso di disturbi specifici di apprendimento e di altri bisogni educativi speciali”. Vengono poi sospesi i concorsi pubblici e privati e le prove di abilitazione all’esercizio delle professioni. Stop anche ai centri commerciali nei fine settimana e nei giorni festivi, mentre sui mezzi del trasporto pubblico non si potrà occupare più del 50% dei posti totali.

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