Il bilancio della tragedia nella Questura di Trieste, con due poliziotti uccisi e uno ferito per l’aggressione a colpi di pistola da parte di Alejandro Stephan Meran, poteva “essere più tragico” e che il dominicano poteva fare una strage “è un dato di fatto”. Lo ha detto, rispondendo alle domande dei giornalisti, il questore di Trieste Giuseppe Petronzi. A chi gli ha chiesto se il bilancio, considerato che l’omicida era armato con due pistole, poteva essere più negativo, il questore ha replicato: “Questo è un dato di fatto. Aveva delle armi, all’interno della Questura. Fortunatamente e tragicamente c’eravamo solo noi poliziotti, fortunatamente non erano esposte altre persone. La potenzialità era tale che il bilancio sarebbe potuto essere più tragico”. E alla domanda, se poteva fare una strage, Petronzi ha ripetuto: “E’ un dato di fatto”.
Le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza interne ed esterne alla Questura, ha spiegato Petronzi, “dicono che ci sono state fasi estremamente concitate e allo stesso tempo drammatiche. E hanno testimoniato anche la capacità di risposta dell’apparato che è riuscito a fermare la persona immediatamente, scongiurando che potesse fare danni peggiori”. Le telecamere nell’atrio e quelle all’esterno del palazzo, sequestrate dall’autorita’ giudiziaria, avrebbero ripreso, tra l’altro, una parte della sparatoria, ovvero il conflitto a fuoco col personale di guardia e il tentativo di fuga di Alejandro Stephan Meran, subito dopo l’omicidio due poliziotti. Per il questore di Trieste, i due poliziotti, erano “grandi uomini, grandi poliziotti, sono pronto a chiedere l’encomio come faccio per tutti i ragazzi che quotidianamente e soprattutto nel silenzio, servono questa citta’”. Il riferimento di Petronzi è relativo all’azione compiuta una settimana fa da Rotta e Demenego conclusasi con il salvataggio di un quindicenne che voleva suicidarsi. “Avevano senso del dovere, dedizione, capacita’ professionale”, ha conclusio il questore.
Intanto, ancora fiori, disegni, biglietti e candele per “i nostri eroi”. Anche questa mattina, a due giorni dalla sparatoria in cui sono rimasti uccisi due agenti, i cittadini triestini continuano a rendere omaggio a Pierluigi e Matteo avvicinandosi all’ingresso principale della Questura e lasciando un segno di ringraziamento. Si avvicinano in silenzio, alla spicciolata. Ci sono adulti ma anche bambini. Composti poi entrano nell’edificio per un minuto di raccoglimento davanti al monumento ai caduti, dove ci sono le foto dei due agenti, tra corone di fiori e candele. Nei disegni dei bambini, lasciati all’ingresso della Questura, il ritratto dei loro “angeli” in divisa.”Voi avete fatto di tutto per noi. Voi siete dei angeli”, scrive un bimbo. “Siete i nostri eroi, i protettori dell’Italia”, si legge su un altro foglio. Sotto la rappresentazione dei due agenti sorridenti.