Quirinale, prima mossa centrodestra: rosa a tre petali in campo

Casellati resta fuori in protezione. Prossima mossa, la risposta al tavolo con centrosinistra VIDEO

Maria Elisabetta Casellati

Solo tre petali, quelli di Letizia Moratti, Carlo Nordio e Marcello Pera. Il centrodestra avanza la sua rosa, o forse il primo strato del “carciofo”, e protegge al momento Elisabetta Casellati. Prevedibilmente arriva la bocciatura del centrosinistra, con il rilancio di un tavolo di negoziazione. Controproposta cui per stasera il centrodestra non intende replicare. Per ora la linea è ancora quella di minacciare la forzatura: “Cosa hanno che non vanno questi nomi? Ce lo dicano…”, replicano per ora fonti parlamentari del centrodestra, soprattutto tra chi ha interesse a forzare la situazione. Una strategia da subito fatta circolare in Transatlantico, con il tam tam che accreditava l’intenzione di forzare già alla quarta votazione sul nome della presidente del Senato, prova a catalizzare così tutto il fronte del no a Draghi.

E con Ignazio La Russa che già subito dopo la conferenza stampa in cui la rosa è stata presentata, ragionava così con i giornalisti: “Se non arriva dalla sinistra una risposta di apertura, vuol dire che è inutile che facciamo nomi. E allora ce la vediamo con altri metodi. Non con altri nomi. C’è un metodo per trovare un nome con 600 voti, e c’è un metodo per trovare 506 voti”. Uno “spin” che potrebbe però essere solo tattica: se tra le carte a favore della presidente del Senato c’è il fatto che liberebbe una casella prestigiosa che ovviamente diventerebbe parte dell’eventuale accordo, il contro è l’effetto destabilizzante sul quadro politico che una forzatura produrrebbe, col rischio – ben presente a molti dei grandi elettori – di anticipare la fine della legislatura. Scenario ovviamente gradito a Fratelli d’Italia, ma forse non all’ala governativa di Forza Italia. Col punto interrogativo sulle reali intenzioni di Matteo Salvini che a questo punto iniziano a porsi anche tra i centristi della coalizione: “Dopo che Draghi gli ha spiegato che un governo elettorale non si può fare, e dopo che FdI ha confermato l’intenzione di fare opposizione vera, forse sta valutando che le elezioni anticipate gli convengano…”. 

I più prudenti invitano alla pazienza: “E’ ancora lunga, facciamo un passo alla volta. Intanto ragioniamo ancora su un nome condiviso, poi si vedrà. Sapendo però – avverte un parlamentare navigato – che se stiamo solo perdendo tempo allora la prospettiva di eleggere Draghi torna con ancora più forza”. Intanto, s’è registrata un’altra fumata nera per la seconda votazione del Parlamento in seduta comune allargato ai delegati regionali per l’elezione del Presidente della Repubblica. Anche oggi, seguendo lo spoglio nel corso della seduta pubblica, la maggioranza dei voti sono stati scheda bianca. Domani la convocazione per la terza votazione è prevista per le 11. Il quorum resta quello dei due terzi. Le schede bianche sono state 527. I grandi elettori presenti e votanti erano 976, astenuti nessuno, la maggioranza richiesta 673. I più votati Maddalena e Mattarella con 39 voti, poi Tondo 18, Cassinelli 17. Voti dispersi 126, 38 le schede nulle.

Tra coloro che hanno ottenuto voti nella seconda votazione per l’elezione del presidente della Repubblica ci sono anche il coordinatore nazionale di Italia Viva Ettore Rosato con 14 voti, Umberto Bossi con 12, Giancarlo Giorgetti 8 come Marta Cartabia e Luigi Manconi, Silvio Berlusconi 7, Mario Draghi 4, Elisabetta Casellati 3, 2 voti a Casini e anche a Tremonti. Un voto, tra gli altri, a Tajani, Castagnetti, Gianni Letta, D’Alema. Fitto il parterre dei nomi ‘terzi’, non politici, che sono andati ad aumentare rispetto a ieri: Amadeus, Christian De Sica, Albano, Ruggeri, Baglioni, Frassica, il sociologo Domenico De Masi, Alberto Angela, Giletti, il sempre presente Sabelli Fioretti. Un voto a Silvia Fregolent (Iv) che oggi compie 50 anni e un voto anche alla vice presidente del Senato la Cinquestelle Paola Taverna.