Quirinale, terzo voto: schede bianche si tingono. E’ tempo scelte
Fdi decide votare Crosetto. Grillo batte un colpo. Ore “decisive” VIDEO
La fumata nera ci sarà anche al terzo voto ma le schede bianche iniziano a tingersi e, in qualche modo, anche il tempo da king maker per il leader della Lega Matteo Salvini sta per scadere. Bisogna che cali l’asso, per dirla con Matteo Renzi, o che si intesti una scommessa con l’aula, la cosiddetta ‘spallata’ di cui qualche parlamentare parla, oppure – via più sicura ma più difficile da portare a casa – la regia di un accordo largo su un candidato che unisca. Anche perché da domani il quorum si abbassa: bastano 505 voti per eleggere il tredicesimo capo dello Stato. Sono “ore decisive”, è tempo di scelte.
Le acque sono agitate a Montecitorio e quella che doveva essere una tranquilla votazione a valanga bianca, con trattative tra partiti rimandate al pomeriggio, subisce un’accelerazione quando alla prima chiama mancano all’appello i senatori di Fratelli d’Italia. Fdi decide di dare un segnale votando Guido Crosetto, fatta salva, spiegano, “la compattezza del centrodestra”. Ma c’è anche chi la vede in modo diverso: come suggerisce un parlamentare di centrodestra qui la partita “non è solo doppia, Quirinale e governo, ma tripla, pure nel centrodestra…”. L’opzione Casellati non c’è nella terna del centrodestra – che pare già caduta nel dimenticatoio – ma è un nome sempre in campo, assicura Salvini, è l’orizzonte verso il quale si potrebbe scivolare se tutti gli incontri tra schieramenti andassero a vuoto.
L’idea lanciata dal segretario del Pd Enrico Letta di un “conclave” a “pane e acqua”, tutti chiusi in una stanza finché non si trova il candidato condiviso, non fa impazzire ma un tavolo di confronto è atteso per il pomeriggio. Intanto batte un colpo anche Beppe Grillo auspicando in una telefonata con Giuseppe Conte la necessità di “garantire piena stabilità all’attuale esecutivo” e di “trovare un candidato autorevole e super partes”. Ma, soprattutto, sembra partita un’operazione per raccogliere una maggioranza attorno alla figura di Pierferdinando Casini, partendo dal perimetro dell’attuale compagine di governo. Una mossa che terrebbe insieme le due poste in gioco, Quirinale e governo, interdipendenti per la prima volta nella storia della Repubblica.