Politica

Quirinale, testa a testa Mattarella-Crosetto, comincia la “conta”

Alla terza votazione del Parlamento in seduta comune per eleggere il presidente della Repubblica i partiti hanno smesso la fase delle schede bianche e hanno cominciato a “contarsi”. Oggi l’esito mostra quasi un testa a testa tra Sergio Mattarella (125 voti) e Guido Crosetto (114). Per l’esponente di Fratelli d’Italia si tratta di un “successo” oltre misura visto che il gruppo che lo aveva indicato è composto tra Camera-Senato e delegati regionali da 63 grandi elettori. Facile immaginare che gli altri 51 li abbia raccolti tra i colleghi del centrodestra per dare un segnale agli alleati su come procedere in vista di un possibile accordo con il centrosinistra.

Dall’altro versante, spiegano, i consensi per Mattarella vanno letti come un segnale da parte di un pezzo dei Cinque stelle che non vuole le elezioni ma anche da un pezzo di Pd che non vede di buon occhio un cambio al governo. Infine cresce anche il nome di Pier Ferdinando Casini, considerato tra i “papabili”, 52 voti per lui che arrivano in parte dai suoi più grandi sponsor di Iv ma non solo, anche una parte del Pd e le altre formazioni di centro. L’altro segnale arriva dai cosiddetti battitori liberi, ossia i parlamentari del Misto e di Alternativa che non appartengono a nessuna delle coalizioni e che in questi giorni hanno indicato il nome di Paolo Maddalena, i quali oggi ribadiscono di avere un pacchetto di 61 voti. Infine da segnalare anche le preferenze per il ministro leghista Giancarlo Giorgetti che già nei giorni scorsi aveva raccolto qualche voto ma che oggi è arrivato a 19 preferenze. Voti di testimonianza anche oggi per Cartabia, 8, Manconi, 8, Bersani 7, Bossi 7, Draghi 5. E un altro centinaio tra voti dispersi (84) e schede nulle (22).

Messaggio Meloni a Salvini

Guido Crosetto arriva a 114 voti, quasi raddoppiando i 63 grandi elettori di Fratelli d’Italia, e Giorgia Meloni manda un segnale forte al centrodestra e a Matteo Salvini: il suo gruppo è compatto, e attrae oltre il perimetro di FdI. Ora, dice la presidente di FdI, “il centrodestra si misuri su un nome”. Una strategia, ragionano nel centrodestra, che mira a rendere inevitabile la convergenza della maggioranza di governo su Draghi: “Perchè così c’è una possibilità di andare a elezioni subito, ma soprattutto per guadagnare credito nei confronti di Draghi. Proprio nel momento in cui Matteo Salvini ha pensato di mettersi alla testa del fronte contrario all’ex premier”, ragiona un parlamentare di centrodestra. “Il suo obiettivo è fare il premier – aggiunge un altro centrista – e sa che solo con un presidente della Repubblica dell’autorevolezza di Draghi il suo governo sarebbe ‘accettato’ nei consessi internazionali”. E ancora: con Draghi al Colle e un nuovo governo a palazzo Chigi, l’opposizione sarebbe ancora più redditizia.

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redazione