“Abbiamo detto con chiarezza che sarebbe meglio non mettere il Partito democratico nell’imbarazzo di discutere ed eventualmente votare la mozione di sfiducia ad un assessore che non è stato indicato dal Pd ma che è iscritto al Pd. Vedo un allarme straordinario su questa questione dell’assessore Scilabra ma non lo vedo su una vicenda che dovrebbe mettere tutti in allarme: lo stato dei conti della regione. Se dobbiamo discutere di questioni vere parliamo di quelle che stanno a cuore a tutti i cittadini e non solo ad alcuni”. Un Fausto Raciti più conciliante, quello che s’è visto nel corso degli Stati generali degli amministratori del Pd a Palermo. Un segretario del Pd siciliano che, in altri termini, sembra deporre le armi contro il governatore Rosario Crocetta principale bersaglio del giovane cuperliano in questi ultimi mesi.
“Adesso spetta a Crocetta dirci che strada vuole percorrere. Noi chiediamo di governare bene, quando il governo si metterà in quest’ottica troverà un partito pronto a dialogare come stiamo facendo anche oggi – ha aggiunto -. Fino a che non ci saranno le condizioni per affrontare i problemi non c’è cosa discutere in un vertice di maggioranza, rischia di essere tempo sprecato”. E così, al momento, archiviato anche l’ennesimo vertice di maggioranza. Ancora Raciti. “Questa è l’occasione per sancire un punto su cosa è il partito democratico, solco di una polemica molto lunga. Credo che dobbiamo pensare ad un partito piu’ europeo e dall’altro lato più federale, legato al territorio. Viviamo una profonda crisi nella difficolta’ di spesa nazionale e regionale”.