Radicali, partito sempre più spaccato. Turco, mai con piattino in mano da Renzi

40° CONGRESSO Omaggi a battaglie e iniziative da Grasso e Orlando. Bonino: “Il più antico partito italiano e rischia di morire ogni giorno”

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o-PANNELLA-facebook-1000x500C’è l’omaggio del presidente del Senato, Pietro Grasso, secondo il quale l’Italia ha bisogno della voce dei Radicali, il tributo del Guardasigilli Andrea Orlando, convinto della necessità delle iniziative radicali, ma soprattutto – nella prima giornata di lavori del 40° congresso straordinario del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito – ci sono le idee, le prospettive, i disagi, le divisioni di un partito in subbuglio. In bilico da sempre, se come ha ricordato qualche tempo fa Emma Bonino è “il più antico partito italiano e rischia di morire ogni giorno”, ma da poco più di tre mesi, dalla scomparsa del leader carismatico, davvero alla ricerca di un futuro. Quale? Il congresso, celebrato a Rebibbia – e anche la scelta della location è stata oggetto di polemica -, proverà a definire qualche indirizzo dopo la spaccatura tra il vecchio gruppo dirigente, fedele fino all’ultimo alle lotte – a cominciare da quella per la giustizia, i diritti dei detenuti e l’amnistia – e anche allo stile di Marco Pannella, e i “quarantenni”, di fatto vincitori del congresso del novembre del 2015 che ha portato alla guida dei Radicali italiani Riccardo Magi, e vicini – anche con le associazioni Luca Coscioni e Certi diritti – ad Emma Bonino.

La distanza sulla linea politica resta tutta. Maurizio Turco, il tesoriere, lo afferma senza giri di parole: “Chi ha la fregola di inseguire Renzi con il piattino in mano non sarà ostacolato da noi, noi continuiamo a inseguire l’idea di una forza alternativa al potere”, “il Partito Radicale non è una società per azioni delle associazioni azioniste del partito ma è e rimarrà il partito degli iscritti al Partito radicale” e la sua dimensione deve continuare ad essere “quella transnazionale”. Per questo le liste Radicali alle ultime amministrative sono state così criticate dal gruppo dirigente storico, da Turco a Rita Bernardini, Laura Arconte e Aurelio Candido. “Per me la presentazione, il primo aprile scorso, delle Liste Radicali per Milano e per Roma è stata un’imboscata, non a Pannella ma al partito Radicale” ha attaccato Turco. Il candidato a sindaco delle liste Radicali a Milano era Marco Cappato mentre Riccardo Magi, a Roma, ha appoggiato la corsa di al Campidoglio del dem Roberto Giachetti.

La distanza è anche emotiva: “Marco – ha detto Turco nel suo intervento – è stato trattato da morto anche quando era vivo, prima della morte di Marco ci sono stati due anni e mezzo nei quali alcuni hanno deciso di non frequentarlo”. Sul fronte dei conti Turco ha ricordato che “così non ci possiamo più permettere” la sede storica di via di Torre Argentina, il personale che vi lavorava è stato licenziato e ci sono, nelle casse del partito, “680 mila euro di debiti”. Qualche sassolino dalla scarpa il tesoriere se l’è tolto anche riguardo alle polemiche sulla Lista Pannella “che viene ritenuta la roba, l’eredità”. “Io, insieme ad altri, ho sempre amministrato oculatamente i patrimoni che ci erano stati affidati. Perché noi e non altri? La risposte – ha concluso – è semplice: anche nel ’92 Marco non si fidava”.