Politica

Il raduno giovani sovranisti Ue e il piano economico Lega

L’obiettivo numero uno della Lega e’ l’appuntamento delle Europee: in attesa degli ultimi accordi di Matteo Salvini (ultimamente e’ stato in Polonia per incontrare Jaroslaw Kaczynski, nei prossimi giorni vedra’ rappresentanti di Alternativa per la Germania, con i quali ha contatti da anni) per costituire l’alleanza populista, la Lega ha gia’ organizzato il raduno dei giovani sovranisti. Il 29 marzo a Roma arriveranno gli esponenti del movimento giovanile del Rassemblement National francese, i fiamminghi di Vlaams Belang, i tedeschi di Afd, i giovani austriaci di Fpo. Sono stati invitati anche i polacchi, i finlandesi, i giovani ungheresi del partito di Viktor Orban.

Ma la ‘guest star’ sara’ il leader di Russia Unita che con una delegazione del partito che fa riferimento a Putin, sara’ nella Capitale. Si tratta di Sergey Perepelov, il numero uno di Molodaya Gvardiya (Giovane Guardia) che a novembre accolse i Giovani della Lega, guidati da Andrea Crippa, stringendo il primo accordo tra il partito di Putin e un partito europeo. Tra i ‘big’, previste le presenze del segretario del partito di via Bellerio e di Marine Le Pen. Sara’ l’occasione per mettere sul tavolo una serie di proposte per un’Europa diversa, soprattutto sul tema del lavoro e della crescita. Alla crescita la Lega punta anche sul piano nazionale. Oggi al Viminale ci sara’ un’altra riunione tra il vicepremier leghista e i membri economici del governo. Proprio per approfondire i temi che verranno messi sul tavolo in vista del Def. Nei prossimi giorni si avviera’ l’iter del decretone: oggi il testo dovrebbe arrivare al Colle e andare in Gazzetta ufficiale lunedi’.[irp]

Ma gia’ si guarda oltre: si punta innanzitutto a sbloccare il piano di investimenti. Qualche mese fa e’ stata annunciata l’istituzione di una cabina di regia a palazzo Chigi. Sono disponibili circa 27 miliardi ma e’ proprio su quei fondi che e’ in corso un confronto sotto traccia con il Movimento 5 stelle. Serve un dpcm, ma la situazione e’ in stallo. Non c’e’ comunque da parte di Salvini alcuna intenzione di staccare la spina al governo. Lo ha spiegato lui stesso nella riunione con i dirigenti lunedi’ scorso: si va avanti cosi’, le contrapposizioni non nuocciono alla Lega, meglio con M5s che con FI che fa la sponda al Pd, il ragionamento. Ma le Europee per la Lega rappresentano – riferiscono fonti parlamentari – lo spartiacque per chi debba condurre la politica economica. E su chi debba decidere sulle grandi opere. Il Movimento 5 stelle ha fatto filtrare in questi giorni che potrebbe dire no alla Tav e si’ ad altre opere ancora bloccate. Sulla Torino-Lione non ci sono novita’ ulteriori, anche se a gennaio – sottolinea un deputato del Carroccio – sulla carta dovrebbero partire gli appalti. Ma la Lega si aspetta il si’ sulla Gronda e sul commissario del Terzo Valico e su altre infrastrutture.

Oggi Salvini con i suoi dovrebbe cominciare a discutere del ‘cronoprogramma’ sul piano economico. L’obiettivo e’ mettere a punto una serie di proposte, come l’estensione della flat tax a tutte le imprese e altre agevolazioni sul piano fiscale per i cittadini. Dopo le Europee poi i due contraenti del programma di governo tireranno le somme. Ma i contrasti non mancano. Come per esempio sul caso delle trivelle con M5s che tiene il punto e il viceministro Garavaglia che avvisa il ministro Costa: “Non puo’ bloccarle”. “La Lega – spiega una fonte pentastellata – avrebbe voluto prendere con un emendamento al dl semplificazioni 800 milioni dal Mit per metterli sul bacino padano, sul miglioramento dell’aria… Cosi’ non si va avanti”. Il problema – ammettono sia nel Movimento 5 stelle che nella Lega – sara’ la legge di bilancio dell’anno prossimo. Mentre sia il ministro Giovanni Tria che il premier Giuseppe Conte hanno negato che all’orizzonte ci possa essere una correzione alla manovra appena varata. Tuttavia nella maggioranza non mancano le fibrillazioni (oltre sul dl semplificazioni anche sulla giustizia, ma il Guardasigilli Bonafede ai cronisti ha garantito che entro febbraio arrivera’ al governo la delega per la riforma dell’ordinamento penale) che stanno bloccando anche il capitolo delle nomine (rinviata quella sulla presidenza di Istat), in particolare sulla Consob.[irp]

Mentre Luigi Di Maio e’ impegnato a chiudere il capitolo delle alleanze in vista del voto di Strasburgo, nel partito di via Bellerio continuano a girare le proiezioni degli ultimi sondaggi che darebbero la Lega tra il 32 e il 36%. Cosi’ – viene spiegato – si porterebbero a casa almeno 8-9 seggi nel nord-Ovest e 7 nel nord-Est. Intanto per la questione dei fondi della Lega e’ stato condannato solo l’ex tesoriere Belsito. “Meno male, questa vicenda mi ha rovinato la vita”, il commento di Umberto Bossi. Ma anche su quel fronte e’ partito il ‘nuovo corso’: dalla fine del 2018 i parlamentari versano una parte dello stipendio a Lega Salvini premier e un’altra alle associazioni regionali riconosciute dallo Statuto che poi girano i soldi alle varie sedi sul territorio. La Lega intanto pensa a fare il pieno in Abruzzo e gia’ ha messo nel mirino il Lazio: qualora Nicola Zingaretti dovesse vincere le primarie e magari candidarsi alle Europee partira’ il pressing affinche’ faccia un passo indietro. “Siamo pronti a prenderci la Regione”, spiega un ‘big’ del Carroccio. Gia’ girano alcuni nomi (tra questi quello del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon) mentre per quanto riguarda le altre regioni si cerca un candidato in Piemonte e in Emilia Romagna (per quest’ultima in pista i sottosegretari Jacopo Morrone e Lucia Borgonzoni).

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redazione