Politica

Rafah, pressing Ue su Israele: no operazione di terra

Il Consiglio europeo è “sconvolto dalle perdite senza precedenti di vite civili e dalla critica situazione umanitaria” a Gaza. E chiede “una pausa umanitaria immediata che porti a un cessate il fuoco sostenibile, al rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e alla fornitura di assistenza umanitaria” alla popolazione del Corridoio. Esordisce così il paragrafo sul Medio Oriente delle conclusioni della prima giornata del Consiglio europeo. Era dal 27 ottobre che i ventisette non erano più riusciti ad adottare una posizione unanime sul conflitto in Medio Oriente.

Il Consiglio europeo, tra l’altro, chiede a Israele di non intraprendere l’annunciata operazione militare di terra a Rafah, di permettere l’apertura di altri valichi terrestri per consentire gli aiuti umanitari, di “rispettare e attuare l’ordinanza della Corte internazionale di giustizia del 26 gennaio 2024”, che intima di impedire atti che determinano la distruzione fisica completa o parziale di una popolazione. E “condanna fermamente” la violenza estremista dei coloni israeliani, che devono essere “chiamati a rispondere” dei loro atti, e condanna anche “le decisioni del governo israeliano di espandere ulteriormente gli insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata”.

 

Situazione catastrofica a Gaza

 

D’altra parte, il Consiglio europeo, ribadisce le sue precedenti conclusioni che “condannano Hamas con la massima fermezza per i suoi attacchi terroristici brutali e indiscriminati in tutto Israele il 7 ottobre 2023”, riconoscendo “il diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto internazionale e il diritto umanitario internazionale” e chiedendo “l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi senza alcuna precondizione”, aggiungendo che “la loro sicurezza e il loro benessere sono motivo di grave preoccupazione”. Inoltre, il Consiglio dei ministri dell’Ue è invitato “ad accelerare i lavori sull’adozione di ulteriori misure restrittive pertinenti contro Hamas”. Il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione è “profondamente preoccupato per la catastrofica situazione umanitaria a Gaza e per i suoi effetti sproporzionati sui civili, in particolare sui bambini, nonché per il rischio imminente di carestia, causato dall’insufficiente ingresso di aiuti a Gaza”. Quest’ultima precisazione è stata aggiunta nell’ultima versione del testo delle conclusioni, e indica implicitamente le responsabilità del governo di Israele.

 

Rafah, pressing Ue su Israele

 

“L’accesso umanitario completo, rapido, sicuro e senza ostacoli all’interno della Striscia di Gaza attraverso tutte le rotte è essenziale per fornire alla popolazione civile assistenza salvavita e servizi di base su vasta scala”. Il Consiglio europeo “accoglie con favore l’iniziativa Amalthea che apre una rotta marittima per l’assistenza emergenziale da Cipro a Gaza, che integra le rotte terrestri”, ma puntualizza che queste ultime “rimangono la via principale per fornire i volumi necessari”, e che “sono necessari ulteriori percorsi e valichi terrestri”. Occorrerebbero inoltre “misure immediate per prevenire qualsiasi ulteriore spostamento della popolazione” e per “garantire che i civili siano protetti in ogni momento”, fornendo loro “un rifugio sicuro”. “Il Consiglio europeo – si legge nelle conclusioni – esorta il governo israeliano a non intraprendere un’operazione di terra a Rafah, che peggiorerebbe la già catastrofica situazione umanitaria e impedirebbe la fornitura urgentemente necessaria dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria. Oltre un milione di palestinesi stanno attualmente cercando protezione dai combattimenti e accesso all’assistenza umanitaria”.

 

Violenza sessuale

 

Il Consiglio europeo chiede a “tutte le parti” di “rispettare il diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale e il diritto internazionale sui diritti umani” e “sottolinea l’importanza di rispettare e attuare l’ordinanza della Corte internazionale di giustizia del 26 gennaio 2024, che è giuridicamente vincolante” affermano le conclusioni, senza tuttavia indicare esplicitamente che l’ordinanza è rivolta a Israele. “Le violazioni del diritto umanitario internazionale devono essere indagate in modo approfondito e indipendente e deve essere assicurato che i responsabili siano chiamati a risponderne” aggiungono le conclusioni. Il Consiglio europeo “prende atto con grave preoccupazione delle relazioni del rappresentante speciale delle Nazioni Unite Pramila Patten ed è sconcertato dalla violenza sessuale avvenuta durante e dopo gli attacchi del 7 ottobre. L’Unione europea sostiene indagini indipendenti su tutte le accuse di violenza sessuale, prendendo atto anche dei rapporti del relatore speciale delle Nazioni Unite Reem Alsalem”.

 

L’operazione “Aspides”

 

I leader dei Ventisette sottolineano poi quanto siano “essenziali” i servizi forniti dall’Unrwa, l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi “a Gaza e in tutta la regione”, prendendo atto delle recenti misure del sostegno finanziario decisi dall’Ue per l’Agenzia. Dopo aver salutato “il rapido avvio da parte delle Nazioni Unite di un’indagine interna e di un esame esterno a seguito delle gravi accuse contro 12 membri del personale dell’Unrwa riguardo alla loro presunta partecipazione agli attacchi terroristici del 7 ottobre”, i capi di Stato e di governo affermano di “attendere con interesse i risultati dell’indagine e ulteriori azioni decisive da parte delle Nazioni Unite per garantire l’individuazione delle responsabilità e rafforzare il controllo e la supervisione” sullo staff dell’Agenzia.

Il Consiglio europeo chiede quindi “la cessazione immediata delle violenze in Cisgiordania e Gerusalemme Est, nonché la garanzia di un accesso sicuro ai luoghi santi”, “condanna fermamente la violenza estremista dei coloni” aggiungendo che “gli autori dei reati devono essere chiamati a risponderne”, e invita i ministri dei ministri dell’Ue “ad accelerare i lavori sull’adozione delle pertinenti misure restrittive mirate” contro i coloni estremisti. I leader dell’Ue “condannano le decisioni del governo israeliano di espandere ulteriormente gli insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata” ed “esortano Israele a revocare queste decisioni”. L’Ue “continuerà a collaborare intensamente con i partner regionali e internazionali per prevenire un’ulteriore escalation a livello regionale, in particolare in Libano e nel Mar Rosso”, afferma il Consiglio europeo, che “invita tutti gli attori, in particolare l’Iran, ad astenersi da azioni che portino a una escalation”, e accoglie con favore l’avvio dell’operazione dell’Ue “Aspides” per “salvaguardare la libertà di navigazione e la sicurezza dei marittimi nel Mar Rosso, nel Golfo di Aden” e nel resto della regione.

 

La pace attraverso due Stati

 

Viene poi ribadito il forte impegno “a favore di una pace duratura e sostenibile basata sulla soluzione dei due Stati. Palestinesi e israeliani hanno lo stesso diritto di vivere in sicurezza, dignità e pace”, sottolinea il Consiglio europeo, invitando “tutte le parti ad astenersi da azioni che compromettano il principio della soluzione a due Stati e la fattibilità di un futuro Stato palestinese”. “L’Unione europea è pronta a collaborare con Israele, l’Autorità palestinese e le parti regionali e internazionali per contribuire a rilanciare un processo politico, anche attraverso l’iniziativa della Giornata della Pace e una Conferenza di Pace da convocare quanto prima, e per sostenere l’Autorità palestinese nell’intraprendere le riforme necessarie”, si afferma ancora nelle conclusioni del Consiglio europeo, ricordando infine che l’Ue “è pronta a sostenere uno sforzo internazionale coordinato per ricostruire Gaza”.

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