“Davide non mi abbandonare, fatemi sapere quando saranno i funerali che voglio partecipare”. Così Veronica Panarello, la mamma di Loris Stival, si è rivolta al marito attraverso il proprio legale Francesco Villardita che oggi è andata a trovare la donna nel carcere Piazza Lanza a Catania. Dalla sua cella d’isolamento, Veronica continua a gridare la sua innocenza. Con il terribile omicidio di suo figlio Loris Stival, lei dice di non entrarci nulla, sebbene i magistrati di Ragusa la ritengono responsabile della morte del piccolo e dell’occultamento del cadavere. “La signora Panarello continua a professarsi assolutamente innocente, chiede aiuto perché si svolgano indagini affinché venga preso il vero colpevole – afferma Villardita-. L’ho trovata ancora processualmente serena, provata perché si trova in carcere e chiede giustizia. E’ stremata e senza forze. Dinanzi a me ha pianto e continua insistentemente a ripetere che è innocente e che quella mattina ha accompagnato il bambino a scuola e continua a dare sempre la stessa versione dei fatti. Le ho detto di non piangere perché deve difensersi, e ho bisogno di una persona lucida per potere continuare nel mio percorso difensivo. Da parte nostra – conclude il legale – faremo delle investigazioni e dobbiamo trovare necessariamente qualcuno che parli”.
Intanto a Santa Croce Camerina cresce l’attesa per la restituzione del corpo del bambino alla famiglia, e quindi la possibilità di celebrarne i funerali. Al momento la salma è ancora a disposizione dei magistrati, e il prelievo di dna effettuato ieri a Veronica Panarello durante l’interrogatorio fiume in Questura, lascia supporre che altri esami verranno effettuati sul corpo del piccolo Loris. A parlare del carattere difficile di Veronica è Carmela Anguzza, mamma della ragazza ascoltata nei giorni scorsi dai magistrati iblei. “Io e mio marito ci siamo accorti che Veronica sin da bambina soffriva di manie persecutorie, che era una bambina aggressiva e violenta ha detto la donna -. Sino dall’età di 7 anni, quando ci trovavamo in Liguria, è stata seguita e curata da uno psicologo, ma col passare degli anni lei si è rifiutata di sottoporsi alle visite specialistiche. Anguzza quindi ha raccontato quando una volta, ricoverata all’ospedale di Ragusa, Veronica le disse di essere stata oggetto di presunti abusi sessuali da parte di un infermiere, fatto che però non ebbe mai conferma. (fonte Askanews)