Rai: cda più snello e ad con più poteri. Ecco cosa cambia con la riforma (VIDEO)
Si punta a trasformare l’azienda in una Spa, regolata dal codice civile. Nel ddl approvato c’è anche una delega per la riforma del canone
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge sulla Rai che contiene una delega per la revisione del meccanismo del canone. Il tutto mentre la Consob sospende l’Opa di Ei Towers su Ray Way. L’attuale sistema di governance verrà sostituito da un Consiglio di amministrazione composto da sette membri, e non più dai nove attuali, di cui quattro scelti dal Parlamento, due dal Ministero dell’Economia, e uno dai dipendenti. Il governo, sempre per mezzo del Ministero dell’Economia, indicherà un amministratore delegato con pieni poteri. La Commissione parlamentare di vigilanza resta soltanto con compiti di controllo. Attualmente la legge Gasparri prevede 9 consiglieri, di cui 7 nominati dalla commissione parlamentare di Vigilanza e 2, compreso il presidente, dal Tesoro. La gestione è, invece, nelle mani di un direttore generale. Con la riforma viene affidata a Camera e Senato la nomina dei 4 consiglieri di propria competenza.Spetterà poi al consiglio di amministrazione individuare, al suo interno, il presidente. Il mandato degli attuali vertici di Viale Mazzini terminerà ad aprile, ma i consiglieri potranno restare in carica fino a luglio, mese entro il quale il premier auspica di portare a casa la riforma, annunciando ampio confronto in Parlamento.
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Restano tuttavia forti le critiche dell’opposizione ma anche dall’interno dello stesso Pd. Dissenso è arrivato anche da Fnsi e Usigrai che non vedono nel ddl “nessuna discontinuità” rispetto alla legge Gasparri. Come ha sintetizzato il premier Matteo Renzi, la nuova Rai “avrà un cda ridotto e semplificato, i partiti resteranno fuori dalla gestione e sarà individuato un ‘capo azienda’, un responsabile scelto e definito con un mandato da portare a casa, che se non riescirà a farlo ne pagherà le conseguenze”. L’amministratore delegato, che non è dipendente Rai e rimane in carica per 3 anni, viene nominato dal consiglio di amministrazione, sentito l’azionista. Avrà la facoltà di decidere una spesa che sale dai 2,5 milioni di oggi ai 10 milioni di euro e e spetteranno a lui le nomine dei dirigenti apicali. I poteri dell’amministratore delegato rispetto al cda sono quelli classici: cda approva gli atti fondamentali, l’attuazione è affidata all’ad. Nel ddl approvato dal governo è contenuta anche una delega per la riforma del canone, la principale fonte di finanziamento della Rai che è oggetto, ha detto Renzi, di “evasione alluncinante.