Governo battuto in aula al Senato sulla riforma della Rai. Con 121 voti a favore, 118 contrari e nessun astenuto l’assemblea di Palazzo Madama ha approvato gli emendamenti soppressivi dell’art.4 del ddl – che riguarda la delega al governo per la riscrittura del canone della Rai – presentati dalla minoranza Pd, da Forza Italia, dal Movimento 5 Stelle, dalla Lega Nord. Oggi il Senato ha approvato l’articolo 1 della riforma della Tv pubblica che prevede l’impossibilità di nomina quale membro del Cda di componenti del governo in carica o che abbiano ricoperto tale incarico nei 12 mesi precedenti. Una norma voluta soprattutto dal Movimento 5 Stelle. Approvato anche l’articolo 3 relativo all’attività gestionale dell’azienda pubblica: prevede che “l’amministratore delegato e i componenti degli organi di amministrazione e controllo della Rai siano soggetti alle azioni civili di responsabilità”. Intanto, martedì prossimo 4 agosto, la commissione di Vigilanza sulla Rai procederà al rinnovo del consiglio di amministrazione di viale Mazzini, secondo i criteri fissati dalla legge Gasparri.
E’ quanto stabilito dall’ufficio di presidenza della commissione bicamerale: a favore si sono espressi i componenti della maggioranza e di Forza Italia, contrari i membri di M5s, Lega e Sel, astenuto il socialista Buemi. La prossima nomina del cda ha fatto scoppiare un caso sul riequilibrio delle presenze dei gruppi politici nelle commissioni bicamerali. La questione nasce dalla richiesta di Fi che non ha un proprio rappresentante all’interno del Copasir. Oggi a Montecitorio si è riunita una conferenza dei capigruppo congiunta Camera-Senato, dove però la vicenda si è in un certo senso ritorta proprio contro gli “azzurri” ai quali ora Alleanza Popolare, con il capogruppo alla Camera, Maurizio Lupi, contesta di essere sovrappresentanta in Vigilanza Rai (con sette membri) a scapito dei suoi (soltanto due). In capigruppo quindi Fi ha messo i suoi paletti: “questa è una provocazione impossibile da risolvere o si cambiano tutte le composizioni delle bicamerali o niente”, ha detto Maurizio Gasparri.
Al momento viene spiegato ci sono in ballo diversi nodi da sciogliere: in Vigilanza Rai mancano il gruppo Cri Senato e Gal Senato, in quella per l’Infanzia mancano Per l’Italia e Cri Senato, all’Antimafia mancano Sel e Gal, alla Rifiuti mancano il Misto e Per l’Italia, alla Aldo moro mancano Scelta civica e Ala, al Copasir Fi non ha un suo rappresentante. Spiega Renato Brunetta: “la nostra posizione è chiara, diamo piena disponibilità alle compensazioni in ciascuna bicamerale in ragione delle dimensioni dei gruppi ma o si rifanno tutti gli equilibri o non si fa nulla e dal momento che altri gruppi hanno detto che non avrebbero ceduto nulla e i nuovi gruppi che avrebbero solo acquisito la riunione si è conclusa con un nulla di fatto”. La verità è che l’unica soluzione per sciogliere il nodo sarebbero le dimissioni spontanee di alcuni membri grazie a un accordo politico. In mancanza del quale Lupi, sostenuto dal Pd, ha preannunciato che invierà una lettera ai Presidenti di Camera e Senato in cui si chiede di non procedere all’elezione del Cda Rai prima di aver risolto la questione della presenza di tutti i gruppi e della loro rappresentatività proporzionale.