“Pronto è la Rai, vorremmo invitarla domani alla presentazione del piano della trasparenza”, ha più volte annunciato ieri via telefono un’impeccabile addetta stampa. La risposta di tanti giornalisti è stata sempre quella: “Ma domani è domenica”, seguita poi da diverse imprecazioni, a seconda dell’umore e della città natale dell’interpellato. Impossibile non fare ironia su un “piano trasparenza” che viene presentato nel pomeriggio dell’ultima domenica di luglio, con una manciata di ore di preavviso, ma così inizia un’era nuova per la Rai, all’insegna di un’anglosassone civiltà che impone di dire quanto guadagnano quelli che prendono soldi cavati dalle tasche dei contribuenti. In considerazione anche del fatto che per dare danari a questi manager il premier di turno (che probabilmente non mangerà come tale il panettone) ha piazzato la tassa-Rai nella già salata bolletta dell’energia elettrica. Come imposto dalla legge di riforma del servizio pubblico da domani l’azienda dovrà rendere noti, via web, i compensi dei dipendenti che vanno oltre i 200mila euro annui. Insieme con questi saranno rese pubbliche anche le consulenze che superano gli 80mila euro.
Per questo sarà creata nel sito istituzionale Rai un’apposita sezione che potrebbe chiamarsi “Rai trasparente” e che dovrà contenere tutto quello che Viale Mazzini ci ha nascosto fino ad oggi: gli stipendi di manager e direttori di rete. Cifre che sono sulla bocca di tutti anche anticipate, già ieri, da Dagospia. Ci verrà svelato che il direttore generale, Antonio Campo Dall’Orto, guadagna circa 650mila euro all’anno, mentre la presidente Monica Maggioni (foto) si attesta sui 350mila. Il presidente di Rai Pubblicità Antonio Marano ne prenderebbe invece 390mila, il direttore Risorse Televisive Andrea Sassano 220 mila, il direttore della Comunicazione Giovanni Parapini 250 mila, il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta 270 mila, mentre Anna La Rosa, già direttore dei servizi Parlamentari e attualmente a disposizione del direttore del Tg3 guadagnerebbe circa 240 mila euro annui; Carmen La Sorella si attesta sui 200 mila, il direttore Canone, Marco Zuppi 240mila, il direttore di Rai Sport, Gabriele Romagnoli 230 mila. Apparirà più che mai evidente che il tetto fissato dal rigore montiano a 240mila è baldanzosamente aggirato. E da domani, finalmente, i cittadini si potranno indignare cifre alla mano e non solo inseguendo il gossip. Oggi pomeriggio, con un incontro che sembra convocato secondo le regole della carboneria, il diggì Campo Dall’Orto e la presidente Maggioni illustreranno le linee guida del “piano trasparenza” che farà della Rai la più grande aziende europea che opera in questo modo, sciorinando al sole anche appalti, bilanci, investimenti e le relazioni sull’attività del cda.
A quest’ultimo sarà presentato domani il maxipiano in questione. Un’analisi delle retribuzioni è stata già definita ad opera della società internazionale di consulenza Korn Ferry, specializzata anche nella ricerca e selezione di manager nel settore editoriale. Certo, c’è da fare i conti con la privacy, ma il gruppo di lavoro che si è dedicato a questo capitolo della trasparenza online e che risponde allo stesso dg di viale Mazzini, dovrebbe aver risolto tutti i dubbi sulla procedura. In queste ore si sta procedendo alla limatura finale, oggi il parto, domani il battesimo di un nuovo corso che già scatena polemiche. “Bene la trasparenza sui compensi dei dirigenti e dei giornalisti Rai – protesta Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia – ma vogliamo piena luce anche in merito agli stipendi dei conduttori, delle star, dei collaboratori che ad ogni titolo sono pagati con i soldi dei cittadini”.