Sono almeno 48 i civili, tra cui 17 bambini, rimasti uccisi nell’offensiva lanciata venerdì scorso dai ribelli siriani ad Aleppo per rompere l’assedio delle forze governative nelle zone orientali della città. Lo ha reso noto oggi l’Osservatorio siriano per i diritti umani, riferendo anche della morte di 61 combattenti del regime e di 72 ribelli. Ieri l’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura, si è detto “scioccato” dall’intenso lancio di razzi da parte dei ribelli contro i quartieri occidentali della città, denunciando possibili “crimini di guerra”. Dopo i violenti combattimenti di venerdì e sabato, “da ieri il regime ha preso l’iniziativa e i combattimenti sono stati meno intensi”, ha detto oggi il direttore dell’ong, Rami Abdel Rahman, precisando che “l’unica cosa che i ribelli sono riusciti a ottenere è il parziale controllo di Dahiyet al-Assad (foto sx con Putin)”, un quartiere alla periferia Ovest di Aleppo, da dove sono entrati venerdì scorso. Un corrispondente della France presse ha visto ieri decine di civili, tra cui donne e bambini, lasciare il quartiere.
Intanto, il regime siriano e le forze russe potrebbero lanciare in settimana una offensiva in grande stile su Est Aleppo, per piegare definitivamente i ribelli nel momento in cui gli Usa sono “distratti” dalle imminenti elezioni per la Casa Bianca. Questo lo sviluppo previsto, e temuto, per i prossimi giorni da fonti Nato e di “intelligence occidentale” citate dal Times, che si aspettano “un crescendo di attacchi su Aleppo come parte della strategia per dichiarare vittoria” nella città il cui destino deciderà probabilmente l’esito della guerra in Siria. “Pensiamo che i russi siano sull’orlo di un importante attacco militare su Aleppo”, ha sottolineato una fonte, aggiungendo che “ci potrebbero essere grosse conseguenze umanitarie”. Nei giorni scorsi i ribelli siriano hanno lanciato una serie di contrattacchi, condannati dall’Onu come “potenziali crimini di guerra”. Le forze fedeli ad Assad sarebbero pronte per rilanciare a loro volta, in corrispondenza dell’arrivo dei un imponente dispositivo navale russo a Latakia, atteso per mercoledì. Inoltre, la Duma, la camera bassa del parlamento russo, dovrebbe votare all’inizio della settimana prossima la legge che stabilisce la creazione di una base navale permanente nella città siriana di Tartus, un altro passo per formalizzare la presenza militare russa in Siria anche nella prospettiva del dopo-conflitto. Secondo fonti parlamentari, il progetto di legge che dovrebbe arrivare in parlamento il 7 o l’8 novembre, la base navale sarebbe stabilita per 49 anni. Sia la Duma che la camera alta del parlamento moscovita has ratificato a inizio ottobre un accordo che autorizza il dispiegamento sine die dell’aviazione militare russa a Hmeimim.