Raqqa, l’alleanza curdi-arabi lancia seconda fase offensiva contro Isis sulla città siriana

GUERRA SIRIA Le forze di opposizione sono pronte a riprendere i negoziati con il regime di Bashar al-Assad “senza pre-condizioni” video

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Le Forze Siriane Democratiche, un cartello filo-occidentale di milizie prevalentemente curde che comprendono pero’ anche molti combattenti arabi e poi assiri, turcomanni, armeni e circassi, hanno annunciato oggi l’avvio della “seconda fase” dell’offensiva su Raqqa, capitale di fatto dell’auto-proclamato califfato, lanciata il 5 novembre scorso per strappare allo Stato Islamico la sua roccaforte nella Siria nord-orientale. “Le Fds hanno assunto la decisione d’intraprendere la seconda fase della campagna, il cui obiettivo consiste nel liberare i territori a ovest di Raqqa e isolare cosi’ la citta’”, ha riferito Jihan Sheikh Ahmedgio.

La portavoce dell’alleanza ha anche spiegato che in poco piu’ di un mese dall’inizio dell’avanzata, scattata in direzione sud dalle zone che si estendono a ridosso della frontiera con la Turchia, le Fds hanno conquistato circa 700 chilometri quadrati di territorio, espugnando lungo il percorso diverse localita’ e spingendosi fino a meno di 25 chilometri dalla meta finale. Nel frattempo hanno anche aumentato la propria consistenza, grazie all’ingresso nelle loro file di oltre 1.500 reclute, “addestrate ed equipaggiate dalla coalizione internazionale” guidata dagli Usa contro l’Isis. Il coordinamento con quest’ultima, ha sottolineato ancora, “durante la fase due dell’offensiva sara’ piu’ stretto ed efficace”. Washington garantisce da sempre pieno appoggio all’alleanza curdo-araba, i cui rapporti sono invece pessimi con le autorita’ turche. Queste ultime considerano infatti le Fds e il loro braccio politico, il Consiglio Democratico Siriano o Msd, troppo legati ai separatisti del Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan che agisce nell’Anatolia sud-orientale, e che ha stretti rapporti soprattutto con la componente principale delle Forze Democratiche Siriane: le Unita’ di Protezione Popolare, meglio note con l’acronimo Ypg.

Intanto, le forze di opposizione siriane sono pronte a riprendere i negoziati con il regime di Bashar al-Assad “senza pre-condizioni”. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault, al termine della riunione tenutasi oggi a Parigi tra i rappresentanti di dieci Paesi occidentali e arabi, Italia compresa, e gli emissari degli stessi oppositori. “Bisogna fissare i criteri per un’autentica transizione politica, e le trattative debbono riprendere su basi chiare, nel quadro della risoluzione numero 2254 delle Nazioni Unite”, ha sottolineato Ayrault. Si tratta del provvedimento adottato all’unanimita’ dal Consiglio di Sicurezza il 18 dicembre 2015, nel quale si prevedono tra l’altro un immediato cessate-il-fuoco generale e l’avvio formale di colloqui tra belligeranti, con la convocazione entro i diciotto mesi successivi di elezioni da condurre sotto la supervisione della stessa Onu. In realta’ i colloqui in questione, dopo due sessioni prive di risultati concreti, sono paralizzati dall’aprile scorso.