Attacco contro una base militare della coalizione internazionale a guida statunitense a Erbil nel kurdistan ircheno. Alcuni razzi sono stati lanciati sull’aeroporto e hanno colpito una zona residenziale vicino a una base militare che ospita truppe straniere, compresi soldati italiani, uccidendo almeno un contractor civile straniero e ferendo una decina di persone, tra cui un militare americano. Gli Stati Uniti sono “indignati” dal letale attacco missilistico.Il segretario di Stato Usa Blinken ha assicurato un’indagine e ha promesso di “chiederne conto ai responsabili”. Secondo quanto riferito dal Ministero della Difesa italiano non c’è nessuno ferito o danno materiale al personale italiano dislocato. Il personale ha trovato riparo nei bunker nel corso dell’allarme, che è cessato alle ore 20:30 (ora italiana).
Nessun militare italiano è rimasto ferito nell’attacco con razzi contro la base della coalizione internazionale a Erbil, in Iraq. Lo riferisce il ministero della Difesa in una nota, confermando che non è stato rilevato alcun danno materiale. “Alle ore 19:30 ora italiana del 15 febbraio è scattato per la base della coalizione internazionale a Erbil (Iaq) l`allarme per un attacco di almeno 3 razzi IDF (fuoco indiretto)”, si legge. “Nessuno ferito o danno materiale al personale italiano dislocato. Il personale ha trovato riparo nei bunker nel corso dell`allarme, che è cessato alle ore 20:30 (ora italiana)”. Il portavoce della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti ha confermato l’attacco, affermando che “un contractor civile è stato ucciso e 5 contractors civili sono rimasti feriti e un soldato americano è rimasto ferito a seguito dell’attacco”, si aggiunge nella nota. Mentre la Farnesina, fa sapere che “l`Italia condanna i lanci di razzi contro una postazione della Coalizione Internazionale per il contrasto a Daesh ad Erbil (Kurdistan iracheno), che hanno causato la morte di un dipendente della base ed il ferimento di numerosi militari e civili”. “Esprimiamo solidarietà alla famiglia della vittima e auspichiamo la pronta guarigione di chi è rimasto coinvolto nell`attacco”, si aggiunge.
“L`Italia conferma il suo impegno, al fianco del Governo iracheno e delle Autorità regionali del Kurdistan, nella lotta al terrorismo e all`estremismo violento e nell`impegno per restituire sicurezza e stabilità all`Iraq e all`intera regione”, conclude la nota del ministero degli Esteri. Quello a Erbil è comunque solo l’ultimo di una serie di attacchi compiuti nelle ultime settimane da diversi gruppi paramilitari allineati con l’Iran in Iraq e Yemen contro gli Stati Uniti e i suoi alleati arabi. A fronte di questa escalation, così, la Nato assumerà probabilmente alcune delle attività di addestramento svolte dalla coalizione guidata dagli Usa contro lo Stato islamico. La missione alleata, che coinvolge anche Paesi come Gran Bretagna, Turchia e Danimarca (che attualmente ne detiene il comando) sarebbe meglio accettata dalla popolazione irachena rispetto a una forza di addestramento solo statunitense, secondo le fonti citate da Reuters. Attualmente, la missione Nato addestra e consiglia solo membri delle istituzioni e forze di sicurezza irachene che sono sotto il controllo diretto del governo iracheno.
I ministri della Difesa della Nato sono pronti a espandere la missione di addestramento dell’alleanza militare in Iraq una volta che la pandemia di coronavirus si sarà attenuata, rafforzando e ampliando il ruolo dell’Alleanza atlantica in Medio Oriente. Una decisione dovrebbe arrivare al vertice dei ministri della Difesa della Nato di giovedì prossimo a Bruxelles, quando la missione dovrebbe essere allargata dal suo massimo attuale di circa 500 soldati a 4.000 o 5.000 effettivi, hanno riferito fonti diplomatiche citate dalla Reuters. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha detto ieri di attendersi il via libera dei ministri della Difesa a una missione ampliata, con più personale alleato dispiegato in diverse istituzioni di sicurezza in tutto l’Iraq. “La missione si espanderà gradualmente, in risposta alla situazione”, ha commentato.
La Nato è impegnata in una missione non di combattimento, ma di “addestramento e consulenza” a Baghdad dall’ottobre 2018. I piani per ampliare la missione sono stati ritardati in parte dal Covid-19, ma anche dalle preoccupazioni sulla stabilità regionale dopo che un drone statunitense ha ucciso il generale iraniano Qasem Soleimani nella capitale irachena il 3 gennaio 2020. Intanto, arriva la condanna da parte di Teheran ai tentativi “sospetti” di collegare all’Iran l’attacco alla base di Erbil, in Iraq. “Condanniamo i tentativi sospetti di collegare l’attacco a Erbil all’Iran”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, in una dichiarazione riportata dall’agenzia Irna. “L’Iran ritiene la stabilità e la sicurezza dell’Iraq fondamentale per la regione e i suoi vicini e respinge ogni tentativo che violi la pace e l’ordine del paese”, ha aggiunto.