E’ appena passato in concorso alla Mostra di Venezia e arriva nei cinema il 22 settembre il nuovo film di Rebecca Zlotowski, “I figli degli altri”. Virginie Efira interpreta una donna di 40 anni che si innamora di un uomo separato che ha una figlia piccola, interpretato da Roschdy Zem. Rachel stringe un legame profondo con la bambina, il desiderio di una famiglia tutta sua si fa sempre più grande. La regista francese racconta una storia tipica dei nostri giorni, con una figura di “matrigna” finalmente non stereotipata. Zlotowski, ospite a Roma del festival di Villa Medici, racconta: “Io ho perso mia madre quando ero bambina e subito altre donne hanno preso il suo posto, delle donne che l’hanno sostituita, anche degli uomini, oltre a mio padre. Ho quindi scollegato molto presto l’idea della maternità dalla figura della madre biologica”.
Il film tocca il tema della maternità da tanti punti di vista. “Quando ho concepito il film, anche io non facevo parte della comunità delle madri con figli, delle persone con figli, e mi sentivo esclusa da un’esperienza collettiva. Mi sentivo esclusa da un’esperienza che lega gli esseri umani e che ha a che fare con la trasmissione, con quello che lasceremo di noi. Questa è un’esperienza direi quasi sociale, civica, politica”. “Sapevo bene dove doveva finire il film: non con la nascita di un proprio figlio, volevo raccontare che da qualche parte, in quella città, qualcuno si sarebbe ricordato di lei, anche se non aveva vissuto l’esperienza della maternità. E’ possibile, infatti, trovare dei legami di trasmissione e di ancoraggio al mondo, senza passare per la maternità. E siccome io vivevo la stessa esperienza avevo voglia di mandare questa lettera di solidarietà e di amore a tutte quelle donne”.