Sessanta mila nuove infezioni e 1100 morti in 24 ore negli Stati Uniti. Secondo il conteggio della Johns Hopkins University è un livello record dall’inizio della pandemia. Un dato che porta il numero totale di casi rilevati nel paese a quasi 3 milioni. E mentre viene segnato questo triste primato, gli Stati Uniti hanno formalizzato il proprio ritiro dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), accusata dall’Amministrazione Trump di aver gestito male la pandemia di coronavirus. La notifica diventerà affettiva dopo un anno, ovvero il 6 luglio del 2021; gli Stati Uniti erano il maggior Paese finanziatore dell’organizzazione.
L’inviato speciale dell’Organizzazione mondiale della Sanità sul Covid-19, David Nabarro, ha descritto la decisione del presidente Usa Donald Trump di ritirare gli Stati Uniti dall’Oms “veramente triste”. “Il mondo sta attraversando una grave crisi sanitaria, la situazione è stata pessima negli ultimi sei mesi e temo che peggiorerà molto nei prossimi sei”, ha commentato. “Abbiamo ancora molto da scoprire su questo virus e su come affrontarlo e sembra davvero spiacevole che il Paese più importante, in termini di dimensioni del budget dell’Oms, abbia deciso di ritirarsi”, ha insistito Nabarro.
Secondo il funzionario dell’Oms, la maggior parte degli americani “vuole far parte della risposta globale” alla pandemia “ed è un po’ confusa su quanto è stato deciso” dal presidente Usa. “Tutti i leader mondiali, tutte le nazioni del mondo devono lavorare insieme per far fronte a questo virus. Avere gli Stati Uniti in fuga non è ciò di cui la gente del mondo ha bisogno”, ha argomentato. Nabarro ha quindi ribadito che l’ipotesi, accreditata dall’amministrazione di Washington e non solo, secondo la quale l’Oms abbia ignorato o almeno sottovalutato gli avvertimenti sul coronavirus inviati da Taiwan a inizio anno è totalmente falsa. “Le comunicazioni con il popolo di Taiwan e le istituzioni di Taiwan da parte dell’Oms non sono state in alcun modo influenzate. C’è stata una corrispondenza regolare”, ha detto.
“All’interno dell’Oms non si fanno preferenze di Paesi e si affrontano i problemi quando si presentano, e nel miglior modo possibile”, ha insistito l’inviato speciale dell’Oms per il Covid-19. Quanto alla possibilità di una diffusione aerea del coronavirus, infine, Nabarro ha riconosciuto che “fa parte del puzzle”, pur precisando che “non si tratta del principale mezzo di trasmissione”. Intanto, il concorrente numero uno di Trump per la corsa alla Casa Bianca, il dem Joe Biden, annuncia che “nel mio primo giorno da presidente torneremo ad aderire all’Oms”. Mentre per il ministro della Salute, Roberto Speranza, “la crisi sanitaria ci ha dimostrato che serve un Oms riformata e più forte, non più debole. Per questo la scelta di Trump è grave e sbagliata”.