Il veto di Polonia e Ungheria sul pacchetto di rilancio economico ora “preoccupa” il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, e sarà al centro della riunione dei leader Ue oggi in videoconferenza. Parliamo del bilancio comunitario pluriennale 2021-2027 da 1.080 miliardi di euro e del Recovery Fund da 750 miliardi, bloccati, per l’appunto, dal veto ungherese e polacco e che ha fatto scattare una corsa contro il tempo per scongiurare rallentamenti capitanata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, con l’appoggio di Charles Michel e Ursula von der Leyen.
Berlino fa sapere che la questione verrà risolta in fretta. E mentre si lavora per scardinare l’asse Budapest-Varsavia – facendo leva anche sul fatto che Varsavia beneficerà di ben 70 miliardi ottenuti per il 2014-2020 – ci si augura di evitare altre scorciatoie. E così Gentiloni, ha lanciato un appello agli Stati membri dell’Ue affinché diano attuazione degli accordi sul bilancio comunitario pluriennale 2021-2027 da 1.080 miliardi di euro e sul Recovery Fund da 750 miliardi, bloccati dal veto ungherese e polacco, e “mostrino senso di responsabilità nei confronti dei propri cittadini e di tutti gli europei”.
In questi mesi, nelle circostanze della crisi pandemica, ha detto Gentiloni durante la videoconferenza stampa per la presentazione del pacchetto d’autunno del ‘Semestre europeo’, a Bruxelles, “le decisioni dell’Ue e degli Stati membri hanno fatto davvero la differenza” nel frenare gli effetti peggiori della crisi sull’economia. “Per questo, l’accordo sulla più grande di queste decisioni che abbiamo preso, ‘Next Generation EU'”, il piano di rilancio che include il Recovery Fund, “è essenziale”, ha ricordato Gentiloni. Tuttavia, l’accordo “è stato ostruito questa settimana”, dal veto posto da Ungheria e Polonia. “Ma tutti sappiamo che una rapida entrata in vigore di ‘Next Generation EU’ è cruciale”, ha sottolineato il commissario. Per questo, Gentiloni ha lanciato “un appello a tutti gli Stati membri affinché diano prova di un forte senso di responsabilità, nei confronti dei propri cittadini e di tutti gli europei, in questo momento cruciale, e facciano partire questo piano di rilancio”, dicendosi “fiducioso che saremo capaci di conseguire quest’obiettivo”.
Anche il vicepresidente esecutivo della Commissione Valdis Dombrovskis, durante la stessa videoconferenza stampa, ha sottolineato che “è molto importante che si concluda il lavoro su questo importante pacchetto finanziario, perché ce n’è molto bisogno per la ripresa economica europea”. “Siamo di fronte a una situazione in cui due paesi membri contestano l’attuazione degli ultimi punti dell’accordo”, mentre “25 Stati membri non hanno questi dubbi”, ha ricordato il vicepresidente esecutivo. “Riguardo alle possibili soluzioni – ha aggiunto -, la Commissione sta lavorando con la Presidenza di turno tedesca del Consiglio Ue e con il Presidente del Consiglio Europeo”. La Commissione, ha concluso Dombrovskis, “continua a considerare importanti sia l’accordo sull’attuazione del pacchetto per la ripresa che il rispetto dello stato di diritto”.
Il veto ungherese e polacco al bilancio pluriennale e alla decisione sul “massimale delle risorse proprie”, che è una precondizione per attivare l’emissione di obbligazioni sui mercato per il finanziamento del Recovery Fund europeo, è motivato proprio dall’opposizione di Budapest e Varsavia al meccanismo sul rispetto dello stato di diritto (che diventerà una condizione per ricevere i fondi Ue per i paesi beneficiari). Non potendo bloccare questo meccanismo, per il quale basta l’approvazione a maggioranza qualificata in Consiglio Ue, Polonia e Ungheria hanno posto il loro doppio veto alle decisioni finanziarie che devono invece essere approvate all’unanimità.