“Il reddito di cittadinanza può essere utile se c’è onestà e correttezza, cosa che in Italia…” dice una signora. “Sì, sono per il reddito di cittadinanza, spero che ci sia lavoro per i giovani, anche per i meno giovani”, chiosa un ragazzo. Il temuto assalto agli uffici postali per chiedere il reddito di cittadinanza, a Palermo non c’è stato. Negli uffici del capoluogo siciliano le attività si sono svolte regolarmente, con meno persone ad essersi presentate con i moduli di richiesta rispetto a quante immaginate alla vigilia.
“Per la prima volta vado a presentare il reddito di cittadinanza, sperando di trovare una cosa positiva, anche perché siamo nullatenenti e abbiamo bisogno di questo sussidio” dice un signore, e un altro: “Sono molto ottimista su questa cosa, ringrazio coloro che si sono occupati di mettere in moto questo reddito di cittadinanza, almeno per le persone bisognose, che hanno bisogno di un posto di lavoro e qua da noi ce ne sono tante, io sono uno di quelli”. Le Poste, comunque, hanno diffuso un calendario per evitare la ressa agli sportelli, in cui si invita a rispettare l’ordine alfabetico: oggi solo le persone il cui cognome inizia per A e B, dal 13 marzo toccherà ai cittadini il cui cognome inizia con le lettere da S a Z.
“È una situazione che ritengo essere sotto controllo, l’affluenza è tutto sommato scaglionata, noi abbiamo pensato di ricorrere al servizio per appuntamento” spiega una impiegata. “Sicuramente i giovani sono impegnati in questo primo momento di richiesta e soprattutto quella fascia media di 50enni, che hanno perso il posto di lavoro”. All’interno degli uffici postali per garantire la massima privacy non c’è uno sportello dedicato così le persone che vogliono chiedere informazioni sul reddito di cittadinanza non vengono individuate. Stessa situazione di tranquillità nei Caf di Palermo, con poche richieste d’assistenza alla compilazione delle domande.