Referendum, mobilitazione a tutto campo. E si punta a voto estero

GIA’ SI PARLA DI BROGLI Programmati una serie di eventi in Europa per campagna referendaria. Martedì Renzi da Obama. Il M5s teme ‘golpe’

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renzi obamaPer un po’ di tempo Renzi dovrebbe evitare l’esposizione mediatica sul referendum: si dovra’ – questa la strategia – parlare di legge di bilancio, assolutamente non delle diatribe Pd ma dei provvedimenti che andranno ad incidere sugli italiani, anche per convincerli ad andare a votare. Martedi’ prossimo poi il premier volera’ negli Stati Uniti: cena con Obama e la certezza, spiegano fonti parlamentari Pd, che arrivera’ un endorsment americano in nome della stabilita’ del Paese. Ieri e’ arrivato quello del Pse, ma il presidente del Consiglio l’altro giorno in Aula a Brunetta ha ricordato che pure il Ppe tifa per il via libera al pacchetto costituzionale. Nel frattempo la struttura che lavora per il si’ non si ferma. La prima vera partita da giocare e’ quella sul voto degli italiani all’estero: dipendera’ dall’affluenza ma quei consensi possono spostare l’ago della bilancia e non di poco, e’ la convinzione dei renziani. Tanto che nel centrodestra gia’ invocano il timore di brogli, la preoccupazione del fronte del no e’ che “venga controllato tutto dai padronati del Pd”, spiega un ‘big’ azzurro. Anzi, e’ partita una email dal partito affinche’ ci sia un controllo sul territorio italiano e non sulla regolarita’ del voto. “Non possiamo sottovalutare il voto degli italiani all’estero. Il problema pero’ – riferiscono sempre fonti parlamentari di FI – che noi non abbiamo neanche i soldi per i manifesti…”.

Teme un ‘golpe’ anche il pentastellato Di Maio che lunedi’ incontrera’ la stampa estera e annuncera’ un ‘tour’ nelle comunita’ italiane a Londra, Parigi e Francoforte, “il suo compito – riferiscono fonti M5s – e’ quello di parlare a coloro che si sono schierati con il timore di un tracollo nel caso di un fallimento delle riforme”. Ma il comitato nazionale del si’ tira dritto: gia’ sono 25 quelli ufficiali nati in tutta Europa (4 nel solo Regno Unito). Presto ci sara’ una rete unica per condurre una campagna uniforme. Verra’ organizzato un evento in grande stile in Italia, alla presenza di Renzi e del ministro Boschi che dopo il ‘tour’ nei Paesi dell’America latina dovrebbe toccare le principali nazioni del nostro Continente (la prima tappa in Svizzera).  Chi vorra’ votare all’estero dovra’ registrarsi entro il 2 novembre ed esprimersi entro il 27. Gli italiani riceveranno i plichi con la scheda elettorale entro il 20, per quella data e’ prevista una serie di manifestazioni alle quali si recheranno anche dei ‘big’ del Pd. L’ordine e’ di mobilitare il maggior numero di nostri connazionali. Tante le iniziative: si va dai ‘caffe’ costituzionali’ al ‘pub quiz’ per attirare i giovani. Anche in Italia si punta sui ragazzi: sono nati 60 comitati ‘generazione si’ ed e’ partita anche una web serie per spiegare in modo facile i contenuti della riforma. “L’obiettivo e’ puntare – viene spiegato – sulla gente normale, per vincere non servono testimonial”.

Il 22 per esempio ci sara’ il week end del ‘porta a porta’ a Milano. Verranno organizzate cene, incontri per discutere nel merito. Si muovono pure i centristi: Ala, Scelta civica e Ncd uniranno le forze per portare voti alla causa. Anche il fronte del No schiera le sue ‘truppe’. Sinistra italiana ha in programma incontri con Anpi, Cgil e la minoranza dem. In prima linea poi Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Con la tre giorni di La Russa (fino a domani a Milano), l’evento organizzato da Gasparri a inizio novembre a Roma, gli incontri con i giuristi promossi da Schifani, le continue riunioni dei governatori Toti, Maroni e Zaia mentre Salvini ha dato appuntamento al suo popolo per il 12 a Firenze. La vera incognita al momento e’ Berlusconi: dira’ “un no sofferto”, ha spiegato la Gelmini che ha organizzato a Milano per il 22 la maratona del No. Ma il Cavaliere a quell’evento non ci sara’. L’intenzione e’ quella di scendere in campo nelle ultime due settimane, con gli alleati che cominciano pero’ ad avere piu’ di qualche dubbio sulla sua partecipazione attiva alla campagna elettorale.